Il 'piccolo' e il 'grosso': i mister X della droga allo Sperone

Il ‘piccolo’ e il ‘grosso’: chi sono i mister X della droga allo Sperone

Tre fornitori sarebbero stati individuati, di altri due si conoscono solo i soprannomi

PALERMO – Un giro di affari milionario. Migliaia di dosi spacciate ogni mese allo Sperone con i pusher al lavoro h24. Chi alimenta una delle piazze di smercio più grosse del Sud Italia? Tre fornitori sarebbero stati individuati, di altri due si conoscono solo i soprannomi. E manca il livello superiore, i registi del grande affare degli stupefacenti.

I carabinieri della compagnia di San Lorenzo, che nei giorni scorsi hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare a 58 persone, hanno individuato tre organizzazioni che gestivano lo spaccio di cocaina, crack, hashish e marijuana. Un ruolo di vertice viene riconosciuto a Giovanni Nuccio, che si sarebbe rifornito di droga attraverso due canali: uno riconducibile a Marco Marcenò di Salita Aloi, soprannominato “bambolo”, e l’altro a Nicolò Giustiniani, che tutti chiamano “Nicola”, e Stefano Marino di via Sacco e Vanzetti.

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Stefano Marino è un volto noto, già condannato per associazione mafiosa, uomo di spicco della famiglia di Roccella. Non solo avrebbe fornito la droga, ma avrebbe pure gestito una sua piazza di spaccio. Una piazza, diceva un indagato, tolta a “Raffaele e se l’è presa Stefano u Marino”.

In un’intercettazione in cui Giovanni Nuccio parlava di trentamila euro da consegnare verosimilmente a Marcenò (“… prendi questo… ci accucchiavu (raccolto) trentamila euro, oggi. Ma non è che si offende, cucì”) saltano fuori altri due personaggi ancora ignoti.

Due personaggi con cui non mancavano i problemi: “… e se u ruassu (il grosso) fa questi discorsi, automaticamente li fa pure u nicu (il piccolo)”. “… ma u nicu neanche discute. U nicu non parla”, diceva Nuccio. I due grossisti sono soci in affari e devono ancora essere identificati. La Procura di Palermo continua a indagare sul livello superiore.


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