ROMA – Il lungo elenco di numeri portato dal governatore siciliano Rosario Crocetta sugli schermi di La7 a difesa dei tagli operati dal suo esecutivo e – soprattutto – sulla sua identità, non ha convinto del tutto. Ospite a Otto e mezzo, talk-show condotto da Lili Gruber, il presidente della Regione si è cimentato ancora una volta nel tentativo di sbrogliare la matassa stipendio: “Guadagno meno di un usciere della Regione Siciliana, che porta a casa fino a 7500 euro netti al mese”.
Un’autodifesa, sollecitata dalle domande della conduttrice sui costi della politica siciliana, rimasta un po’ generica e che ha creato non poca confusione. “Confesso di non aver capito nulla”, ha detto una Gruber intenta ad intervistare Crocetta, ma il governatore è stato criticato anche dagli altri due giornalisti ospiti in trasmissione: Andrea Scanzi de “Il Fatto quotidiano” e Gian Antonio Stella, firma nobile del “Corriere della sera”.
Che hanno ricordato al governatore come alle promesse di dimezzarsi lo stipendio e rivoluzionare i costi della Regione siano, poi, seguiti “ben pochi fatti”. Ma “pago tutto di tasca mia”, è stata la replica del presidente, che ha ribadito, ancora una volta, che i tagli sono stati fatti. Ed è ritornato, di nuovo, sul trattamento economico dei funzionari: “Spiegatemi – ha detto – perché il dirigente generale dell’Assemblea regionale debba guadagnare 650 mila euro all’anno quando Obama ne guadagna meno di 300. Io – ha continuato – in un anno di governo ho fatto risparmiare alle casse regionali 2 miliardi e mezzo di euro in Bilancio: ho tagliato si Formazione, Sanità, Comunicazione. Tutti sprechi. E punto ad ulteriori riduzioni di spesa”.
Per Crocetta, in sostanza, il problema non sono gli stipendi dei politici. “I bilanci – ha proseguito – non si risanano tagliando le indennità ai parlamentari, ma in ogni caso non mi compete: ho fatto quello che ho potuto, sul parlamento regionale non ho competenza, tocca ai deputati”. Questo, però, non è bastato.
“I tagli nella Formazione? Ma se il suo partito è il principale implicato negli scandali – ha sottolineato Scanzi -, e per colpa delle suo promesse disattese ha perso anche l’appoggio del Movimento 5 Stelle”. Ma nella vicenda Formazione, per il presidente della Regione, “è implicato tutto il mondo politico: se volete giudicarmi – ha detto – guardate le denunce che ho fatto. I Cinquestelle? Non sanno di che parlano quando parlano di corruzione”.
Il duello Scanzi-Crocetta Parte 1^
Il duello Scanzi-Crocetta Parte 2^
Il duello Scanzi-Crocetta Parte 3^