RACALMUTO (AG) – Un maglione e una tuta intrisi di sangue, delle pantofole con tracce ematiche e una mannaia compatibile con l’arma del delitto nascosta nel bagno. Sono tanti, e di assoluto rilievo, gli indizi che portano dritto a Salvatore Gioacchino Sedita, 34 anni, fermato dai carabinieri con l’accusa di aver massacrato i genitori in un appartamento al secondo piano in via Rosario Livatino, a Racalmuto.
Il ritrovamento dei cadaveri
I cadaveri di Giuseppe Sedita, 66 anni, e la moglie Rosa Sardo, 61 anni, sono stati rinvenuti nella sala da pranzo, quasi abbracciati, in un lago di sangue. A fare la scoperta un’altra figlia, allertata da un vicino di casa intorno le cinque del pomeriggio di ieri. Il padre non si era presentato alla festa che i colleghi avevano organizzato per il suo pensionamento, una circostanza molto strana. Strano come un altro elemento che è balzato immediatamente agli occhi di inquirenti e investigatori. La tavola apparecchiata per tre persone che si apprestavano a pranzare: soltanto uno dei tre posti a sedere è rimasto integro al passaggio della furia omicida.
Il quadro familiare
A questa lunga lista di corposi indizi si aggiunge un quadro familiare a dir poco complicato. L’indagato, nel corso del tempo, avrebbe minacciato e aggredito più volte i genitori. L’ultimo episodio proprio qualche settimana fa quando il 34enne lanciò un barattolo contro la madre. Quest’ultima, peraltro, avrebbe manifestato più volte (seppur mai denunciando ufficialmente) il timore di poter essere uccisa dal figlio, di essere “scannata”. Aggressioni e minacce, sicuramente alimentate dall’uso di crack del ragazzo, che sarebbero cominciate almeno due anni fa.
I precedenti
Nel 2019 l’indagato aveva picchiato i genitori ed era stato sottoposto ad un trattamento sanitario obbligatorio. L’anno successivo aveva colpito il padre facendolo cadere e battere la testa. Ieri il tragico epilogo. La Procura di Agrigento, con il facente funzioni Salvatore Vella ed il sostituto Gloria Andreoli, ha firmato il provvedimento di fermo. Nelle prossime ore il gip si pronuncerà sulla convalida.
L’interrogatorio
L’uomo è stato trasferito nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Agrigento, piantonato dagli agenti, per sottoporsi ad alcuni accertamenti e verificare lo stato di salute mentale. Pare avesse delle visioni e fosse ossessionato dai genitori. Durante l’interrogatorio, svolto nella caserma di Racalmuto, ha dichiarato di vedere fantasmi, di essere un sensitivo e di aver incontrato l’uomo nero.
L’avvocato Giardina: “È un ragazzo fragile”
“Credo sia necessario comprendere se il mio assistito fosse in grado di intendere e volere soprattutto al momento dei fatti a lui contestati – ha dichiarato l’avvocato Ninni Giardina – una persona fragile con difficoltà di inserimento nel contesto sociale. Un malessere che non è stato compreso. Credo che in questa vicenda ci siano tre vittime: i genitori, uccisi con una ferocia inaudita, ma anche il mio assistito che andava assolutamente aiutato. Non si è verificato nulla di questo e lo Stato deve essere presente.”