CATANIA – “Tuccio D’Urso Sindaco”. Peppino Lipera, il noto penalista del foro catanese non ha dubbi, il primo cittadino del capoluogo etneo dovrà essere la mente ingegneristica dell’ormai dissolto ufficio speciale emergenza traffico. Quello di D’Urso è un nome di rilievo degli ultimi anni della storia cittadina. Una personalità balzata all’onore delle cronache per essere stato il braccio operativo di quei poteri straordinari che l’allora presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, ha conferito all’appena scomparso Umberto Scapagnini.
Una candidatura che sembrerebbe declinata al passato. Ma non è così. É stato lo stesso Lipera a spiegarlo a LiveSiciliaCatania: “Lo spunto me lo ha dato proprio il vostro giornale. Ho letto con interesse l’intervista pubblicata dopo la sentenza del processo parcheggi, procedimento dove lo stesso D’Urso è rimasto sicuramente vittima della malagiustizia. Ma non è solo questo che mi ha colpito. In quell’occasione D’urso ha avuto delle parole molto nette su Bianco e Stancanelli, li ha definiti il vecchio e -ha sottolineato- posso dire che aveva pure ragione”.
Lipera ha voluto spiegare nel dettaglio i motivi di questa dicitura: “Quando nel 1988 io ero consigliere, loro erano già con me al consiglio comunale, ben venticinque anni fa. Catania – ha aggiunto- è oggi allo sfascio e ha bisogno di gente come D’Urso che è fuori dai partiti, una personalità di garanzia. Lui può essere il nuovo. Lui può aggregare un movimento civico di gente entusiasta in favore del rinnovamento. Non bisogna fare come Grillo – ha sottolineato l’avvocato catanese- che ha mandato in parlamento gente impreparata. C’è bisogno di gente competente”. Lipera ha voluto comunque precisare un dettaglio circa il valore dell’operazione D’Urso: “Non c’è alcuna mia ambizione personale, non aspiro a nulla. Io ho già dato. Ma – ha concluso- sono abbastanza grande per poter dare consigli”.
“Ci sto riflettendo”. Lo ha riferito a LiveSiciliaCatania un lusingato Tuccio D’Urso. “Non sapevo nulla dell’iniziativa di Lipera, ma devo dire che mi ha gratificato parecchio. Negli anni ho sempre lavorato in favore di questa città – ha spiegato – poterla servire ancora sarebbe un onore. Devo meditare sulla cosa, mi accorgo però – ha sottolineato l’ingegnere catanese- che i termini per la presentazione delle liste sono assai ristretti”. Sul primo atto da eventuale primo cittadino D’Urso non ammette fraintendimenti: “Ci vuole una grande operazione verità. Bisogna capire chi sono quei nemici di Catania annidati dentro una parte della procura della Repubblica, non in tutta ovviamente. Vede – ha aggiunto – bisogna fare giustizia della malagiustizia. É un cancro che deve essere estirpato. Bisogna capire chi ha bloccato quel volano di sviluppo per la città che erano le opere pubbliche. Oggi – ha concluso D’Urso- bisogna mettere nelle condizione, a chi ha lavorato con competenza, dimostrando di saper fare lavorare anche gli altri, di dare il proprio contributo alla città”.