Dybala: "Gol da ex, non esulterò | Giusto guadagnare dalla cessione" - Live Sicilia

Dybala: “Gol da ex, non esulterò | Giusto guadagnare dalla cessione”

Parla già da ex il bomber del Palermo, oramai destinato a lasciare il club di viale del Fante. Strizza l'occhio alla Juve, ma non disdegnerebbe neppure un futuro all'estero. Ringrazia Zamparini per la fiducia accordatagli sin dal primo giorno e auspica che il club possa monetizzare con la sua partenza.

PALERMO – Ultimi mesi di un’avventura splendida, iniziata tra lo scetticismo generale e avviata a concludersi tra gli applausi. Paulo Dybala, ormai si sa, non proseguirà la propria avventura a Palermo, una città a cui ha ridato la massima serie e dalla quale ha ricevuto tutto quello che un giocatore può desiderare: “Tanti amici che in questi 2 anni e mezzo mi hanno molto coccolato”, dichiara l’attaccante argentino alla Gazzetta dello Sport, ma anche un affetto diverso, quello di un’intera piazza che lo ha visto crescere fino a diventare il campione che è oggi. Impossibile pensare ad un’esultanza, qualora dovesse realizzare una rete contro i rosa: “Questa sarà sempre casa mia, non farei mai un torto simile a tutti quelli che mi hanno voluto bene”.

E a Palermo chi l’ha voluto bene sin dal primo giorno è Maurizio Zamparini. Proprio il presidente, che non ha esitato ad investire dodici milioni di euro per portare Dybala in Italia, è in cima ai pensieri dell’attaccante: “Il presidente è da sempre un mio ammiratore, forse l’unico a credere in me anche quando tutti gli altri mi criticavano e dicevano che non valevo i soldi spesi per portarmi in Sicilia. Lo ringrazio per la fiducia che mi ha sempre accordato. E’ giusto che lui ora cerchi di guadagnare il massimo dalla mia cessione, fa il suo lavoro, come io faccio il mio in campo. Spero solo che se domenica a Parma gioco male, non mi sottraggano 10 milioni di valutazione, portandola di nuovo a 40 milioni di euro. Ma io a queste cose non voglio pensare”. Se proprio si deve guardare al futuro, Dybala si proietta molto in là col tempo: “Un giorno vorrei andare al Boca Juniors la squadra per cui faceva il tifo papà Adolfo, morto 5 anni fa, una passione che aveva trasmesso pure a me. Ma anche per questo c’è tempo”. Solo Antonella, la sua fidanzata, vorrebbe un’accelerata sui tempi: “Lei vorrebbe che tornassi in Argentina, visto che ancora per un po’, almeno fino alla laurea, non si potrà muovere da Buenos Aires. Ma sa che per ora non sarà possibile”.

C’è tempo anche per l’esordio in nazionale, sebbene il c.t. Martino lo tenga d’occhio già da tempo. Il selezionatore argentino, presente al Barbera per la sfida tra Palermo e Genoa, è rimasto positivamente impressionato dalla prova dell’attaccante: “Abbiamo parlato di tutto. A cominciare dalla mia vecchia squadra, l’Instituto di Cordoba, dove ho cominciato la carriera e dove Marino ha anche allenato. Mi ha dato qualche consiglio. La sua visita a Palermo mi ha fatto piacere, non ne sapevo nulla, mi hanno avvertito della sua presenza in tribuna quando già ero negli spogliatoi e mi stavo cambiando. Per fortuna ho giocato una buona partita, peccato solo per quella traversa che mi ha negato il gol, ma io sono felice anche quando faccio segnare gli altri compagni, l’importante è che vinca il Palermo, poi se faccio gol sono felice il doppio, naturalmente”. Difficile però che le buone prestazioni di Dybala possano valere una chiamata per la Copa America: “Si gioca il prossimo giugno, fra un paio di mesi, forse è ancora troppo presto per me. Sono un ragazzino, considerato soprattutto che ci sono tanti giocatori molto forti che hanno sgobbato parecchio per conquistarsi quel posto, consapevoli di non potersi addormentare neanche un attimo, altrimenti qualcun altro potrebbe scalzarli. Io posso anche aspettare, miro alle qualificazioni per il mondiale del 2018”.

Per il presente, invece, l’obiettivo ha un nome ben chiaro: Champions League. L’ambizione di giocare contro i migliori club del mondo per competere ai massimi livelli è un’onda che Dybala vuole cavalcare il prima possibile: “Giocare la coppa più importante d’Europa è il sogno di tutti, ma ci sono anche squadre importanti nel mondo che non partecipano. Però mi piacerebbe, non lo nego”. Si aspetta una big, dunque, con una preferenza su tutte: “Sono molto affezionato all’Italia che mi ha reso famoso e mi piacerebbe restare qui”. Nessuna porta chiusa ad altri paesi, però, nemmeno per questioni di lingua: “Non vuol dire nulla: quando arrivai a Palermo non conoscevo l’italiano, credo d’averlo imparato bene e abbastanza in fretta”. Magari, con a fianco un poliglotta del gol come Ibrahimovic, tutto potrebbe essere più facile: “Parliamo di uno dei più forti attaccanti del mondo, uno che può rendere la vita semplice ad un compagno di reparto, bravo com’è a impegnare da solo mezza difesa avversaria”.

In realtà, se c’è un giocatore con cui Dybala vorrebbe scendere in campo, quello è Andrea Pirlo: “Con un regista come lui tutto è più semplice, soprattutto per un attaccante. Pirlo riesce a rendere semplici anche le cose più difficili. Avete visto ad esempio contro il Monaco, all’andata, da una sua geniale giocata è nato il rigore che ha deciso la partita, è stato bravo anche Morata a conquistare la profondità, ma l’invenzione è scaturita da Pirlo”. D’altronde, la Juventus resta in pole position tra le possibili acquirenti, e Dybala non perderà di vista la loro sfida in Champions League col Monaco: “Ci mancherebbe. Siamo già d’accordo con i compagni: andremo a mangiare la pizza in un ristorante con la tv per seguire la Juve. Penso che la squadra di Allegri un gol in trasferta lo fa e quindi per me è favorita”. Magari anche per vincere la Champions? “Se va bene a Montecarlo, immagino che sia una delle candidate principali, ma penso che tutte quelle che arrivano in semifinale possano vincere la Coppa”. E per Dybala, cosa vorrebbe dire giocare in una squadra che ha praticamente vinto quattro scudetti consecutivi? “È un vantaggio perché la Juve è una squadra mai sazia e con la sua fame potrebbe arrivare a metterne in fila anche 10, di scudetti. Ma può anche essere uno svantaggio, se le concorrenti, stanche di arrivare dietro, si attrezzassero a dovere”.


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