Impossibile che nessuno abbia visto e sentito qualcosa. Giuseppe Cusumano è stato ammazzato di mattina. Prima picchiato e poi freddato con tre colpi di pistola calibro 7,65. Il corpo è stato ritrovato nell’atrio di una palazzina di via Filippo Testa venerdì sera, intorno alle 22, ma la morte risale a molte ore prima. Via Testa è una strada al centro di Partinico. La palazzina è abitata da altre persone. Al centralino della polizia, però, non è arrivata nemmeno una telefonata. Qualcuno, però, potrebbe avere avere assistito alla scena del delitto, ma ha scelto la strada del silenzio. Ne sono convinti gli investigatori della Squadra Mobile e del commissariato del grosso centro in provincia di Palermo.
Cusumano, 34 anni, non aveva un’occupazione fissa. Viveva di lavori saltuari in agricoltura e nell’edilizia. Almeno questa era l’immagine ufficiale della vittima che a breve si sarebbe dovuto sposare. Quella non ufficiale, invece, inquadra Cusumano nel mondo della droga. Nel 2001 era stato arrestato dai carabinieri che lo trovarono dentro un’enorme piantagione di marjuana nelle campagne di Menfi, assieme al nipote del boss di Partinico Giovanni Bonomo. C’è però un ulteriore episodio, molto più recente, che fa ipotizzare che sia trattato di un regolamento di conti.
Circa due mesi fa a Cusumano era stata bruciata la macchina. Forse un avvertimento. Evidentemente non ascoltato. Sul telefonino della vittima c’erano decine di chiamate in entrata. Molte erano della moglie e del fratello, preoccupati dalla sua assenza. Sulle altre si stanno concentrando le indagini.