E il Rottamatore finì | per 'rottamare' suo padre - Live Sicilia

E il Rottamatore finì | per ‘rottamare’ suo padre

Quella frase incredibile. Da Renzi a Crocetta, passando per il salottino tv.

‘Rottama il padre’, ecco il comandamento nuovo. E non si può non scriverlo, col dovuto rispetto ai coinvolti e ai sentimenti, perché questa è stata l’impressione. Non si può non scriverlo, senza crudeltà, senza accanimento verso Matteo Renzi che in un salotto tv, uno di quei salotti modello ‘piazza della rivoluzione’, ha declamato in sintesi: ‘Se mio padre ha commesso qualcosa, non solo deve andare a processo. Mi piacerebbe pensare che se fosse davvero colpevole, dovrebbe avere una pena doppia’. Sullo sfondo, l’affare della Consip, l’inchiesta alle prime battute che sta facendo tremare più di un petalo del giglio magico.

Il giovane Renzi si è trovato nella scomoda doppia veste di figlio e di figura nota, alle prese con un’ombra mediatica sulle spalle di papà Tiziano e, di riflesso, sulle sue. Doveva uscire dallo strettoia. Ha imboccato la strada peggiore.

‘Rottama il padre’. E siamo sicuri che il figlio mai avrebbe voluto, perché il suo discorso era articolato, anche garantista, pure affettuoso e dolente. Possiamo perfino comprenderne l’angoscia. Ma di tutte le parole pronunciate è rimasto il panno opaco, non l’intera stoffa.

Ha scritto  Mattia Feltri su facebook: “Uno che si crede uno statista, può dire una cosa così umanamente orribile, istituzionalmente miserabile, così incolta, così lontana da una minima, basica cultura poltica? Cioè, uno che, se suo padre è colpevole si augura una pena doppia, per dare un segnale, come in una piazza di autocritica cinese, come in un tribunale vietnamita, ecco, io a uno così, non dico che non gli do più il voto, ma nemmeno la mano”. Quella mano che il figlio ha simbolicamente ritratto dalle spalle del papà. Non era così? Perlomeno, ha dato, appunto, l’impressione di farlo. E, in tanto clamore, è sempre la prima idea a vincere.

Quelle mani di tante persone anonime e perbene – i famosi moderati senza rappresentanza – che avevano visto in Matteo uno come loro, uno che pondera, uno che non insegue il populismo, un tranquillo che mai sarebbe approdato sulle rive dell’avanguardia grillina.

Quelle stesse mani che, adesso, sceglieranno altri simboli nell’urna, altre vie di fuga, altre boccate d’aria pura, perché bramano un mondo con denti meno aguzzi, in cui la vita di chiunque non sia una tunica da strappare sotto i lampi seducenti dei riflettori.

Renzi ha rinnegato anni di predica e di invito al buonismo, se non alla bontà, con un lapsus: la politica si è ormai convertita alla suggestione infetta dell”impiccalo più in alto’. Ovviamente, si tratta soprattutto di illusioni: in quale ordinamento le pene si raddoppiano perché uno è padre di…? Ma la retorica popolar-populista trascura dettagli fastidiosi come la realtà. Matteo, senza volerlo, c’è cascato in pieno, con la goffa strizzatina d’occhio della ‘doppia pena’ alla plebe della gogna. Pure lui nel novero dei più.

Parentesi di un mistero doloroso: noi siciliani sappiamo benissimo di cosa si parla, avendo malauguratamente in casa il presidente più popular-populista che ci sia: quel Rosario Crocetta che molto denuncia, assai strepitando e niente risolvendo. Le premiate esibizioni sovente avvengono sul palcoscenico dell’accogliente Massimo Giletti: il Crocettismo e il Gilettismo che fanno rima col grillismo delle urla stentoree.

Renzi ha ‘toppato’ anche nel cinico calcolo dei consensi, segno che la sua stella si è ormai appannata. La sua sgraziata rappresentazione grilliforme non lo ha reso certo simpatico a coloro che campano di grida e di indignazioni sul sacro blog e, nel frattempo, lo ha allontanato dal suo parco di riferimento: composto da padri e figli che mai si sognerebbero di parlarsi e di ascoltarsi così.

Sicché come dare completamente torto a Beppe Grillo quando furbescamente, con col tempismo della brutalità, affonda il coltello nella piaga della gaffe, nel deserto dei significati che lui stesso ha spianato: “L’unica notizia vera è la frase più infelice e stupida della storia, quella del rottamatore che riuscì a rottamare solo il padre. Ma cosa vuol dire ‘per mio padre doppia condanna’? E poi, cosa significa questa girandola di accuse incomprensibili? Una cosa alla volta: sicuramente nessuno avrebbe mai pronunciato una frase del genere prima di oggi, che sia gente malata lo dico da sempre: arrivismo e sterile incapacità a riconoscere le emozioni proprie e degli altri”.

Ed è il contrappasso, un capovolgimento perfetto delle parti in commedia, con Beppe per una volta nobilmente assiso nella tribuna dei distanti ad osservare la tempesta col binocolo. Mentre il figlio ha ‘rottamato’ il padre. E, forse, sta rottamando anche se stesso.


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