E Nelli disse: "Voglio Italia Lavoro"| Sms tra l'assessore e la Corsello - Live Sicilia

E Nelli disse: “Voglio Italia Lavoro”| Sms tra l’assessore e la Corsello

Il 27 novembre scorso l'assessore incontra i rappresentanti della Commissione europea e del Ministero del lavoro. Dal resoconto di quell'incontro emerge la volontà "politica" alla base degli affidamenti esterni del Piano giovani. Nonostante le smentite del governo.

PALERMO – “L’assessore ha dichiarato di volersi avvalere di Italia Lavoro”. È il 27 novembre scorso. A Roma è in programma l’incontro bilaterale Commissione Europea-Regione siciliana. Il tema è la rimodulazione del Piano giovani. Al tavolo sono presenti il dottor Morin in rappresentanza delle istituzioni europee, la dottoressa D’Angelo per il ministero del Lavoro, mentre per la Sicilia siedono l’assessore alla Formazione Nelli Scilabra, la dirigente generale Anna Rosa Corsello e Lucio Guardino capo della segreteria tecnica dell’assessore.

“L’assessore vuole avvalersi di Italia Lavoro”. L’affermazione trova spazio in un resoconto di quell’incontro, che un dipendente della società che fa capo al Ministero del Lavoro invia ai responsabili siciliani dell’azienda e ai rappresentanti della Regione. Un racconto che getta nuove ombre sulla volontà politica del governo Crocetta di rivolgersi, appunto, a società esterne alla Regione per alcune attività inerenti il Piano. Ricordiamo solo che il 18 agosto scorso la dirigente Corsello ha revocato un finanziamento da 5 milioni destinato a Italia Lavoro, mentre è finito al centro delle polemiche e anche di una seduta della Commissione lavoro all’Ars, la decisione di approvare (anche attraverso un passaggio in giunta il 6 agosto, il giorno dopo il ‘flop day’) la rimodulazione di un Piano che prevedeva, tra le altre cose, sei milioni di euro di affidamenti esterni, compresi due milioni a Italia Lavoro.

Affidamenti che la società ha legittimamente considerato “normali”, per nulla inusuali e persino coerenti con un modello assai diffuso in tutta Italia. Contratti legittimi, insomma. E dal punto di vista di Italia Lavoro c’è poco da dire. Il problema, semmai, è un altro. E’ politico.

“Gli affidamenti sono atti puramente gestionali – si era infatti difeso l’assessore Scilabra in commissione – decisi e voluti da Anna Rosa Corsello. Non mi sono mai occupata di aspetti di quel tipo. A me interessava che il Piano giovani funzionasse”. Ma quel resoconto rivela un’altra storia. Dando forza, al di là di qualche contraddizione e dei dubbi legati ad altri affidamenti, quelli alla società Ett, alla giustificazione avanzata proprio in Commissione dalla Corsello. “L’assessore – disse in sostanza – ha voluto in prima persona il coinvolgimento di Italia Lavoro. Io, da dirigente generale, non potevo che dar seguito all’atto di indirizzo politico”.

E che si tratti di politica, più che di “amministrazione” è in qualche modo confermato da quello stesso resoconto che viaggiava nell’etere tra il 27 e il 28 novembre del 2013. “L’incontro, come sapete, – si legge – era finalizzato ad ilustrare alla Commissione la rimodulazione, proposta dalla Regione Sicilia, del Piano giovani. L’assessore – racconta la stessa dipendente di Italia Lavoro impegnata nella stesura di quel resoconto – ha illustrato, insieme alla dottoressa Corsello, ciascuna misura del piano, mettendone in luce la motivazione, la logica, i passaggi fatti e le modalità di attuazione. Rispetto a quest’ ultimo aspetto – ecco il passaggio chiave – l’Assessore ha dichiarato di volersi avvalere, per le diverse misure concordate, di Italialavoro spiegandone la motivazione sia tecnica (esperienza sul campo) che “politica” (mettendo in luce le criticità del contesto socio-organizzativo del territorio)”.

La motivazione, insomma, è sia tecnica che “politica” Questo afferma l’assessore. La stessa volontà che ha previsto di destinare quasi tre dei cinque milioni dell’affidamento a Italia Lavoro a contratti esterni. “Non più di 59” ha precisato il presidente Reboani in occasione della Commissione Lavoro di due giorni fa. Una scelta che stride anche con le (tante) dichiarazioni del presidente della Regione Crocetta che ha sempre detto di “no” agli affidamenti ad esterni, considerandolo uno degli aspetti più deleteri delle vecchie gestioni della macchina regionale. Un’opinione ribadita anche in questi giorni, che contraddice però le scelte manifestate in occasione di quella riunione del 27 novembre scorso.

La situazione, pochi mesi dopo, come è noto, sarebbe precipitata. La dirigente avrebbe deciso la revoca di quel finanziamento da cinque milioni a Italia Lavoro. Una decisione che l’azienda ha considerato illegittima. E anche in occasione dell’ultima commissione Lavoro di due giorni fa, il presidente della società Paolo Reboani ha annunciato azioni legali nei confronti della dirigente. In quei giorni però, quelli caldi del flop day, stando a quanto consegnato ieri da Anna Rosa Corsello in questura a Palermo, il presidente di Italia Lavoro avrebbe tentato di mettersi in contatto con la burocrate. Tramite un sms, datato 10 agosto, Reboani avrebbe chiesto un incontro con la Corsello per vedere cosa si potesse “fare insieme se ferma tutte queste carte che girano. La invito a fermare – scriveva Reboani – queste accuse che sta muovendo”. Ma in un altro sms, la Corsello aveva annunciato all’assessore Scilabra: “Uscendo sbatterò la porta e sentirai un forte rumore”. Al di là delle responsabilità sul Piano giovani, ancora tutte da accertare sia sul piano amministrativo che politico, di sicuro c’è che la burocrate ha mantenuto la promessa.


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