Partono i boicottaggi per protestare contro la chiusura dello stabilimento Fiat di Termini Imerese, lo annuncia il Codacons che ha dato il via in Sicilia ai suoi comitati battezzati provocatoriamente “No Termini Imerese? No acquisti Fiat”. Il segretario nazionale del Codacons, Francesco Tanasi sottolinea infatti che “consumatori e lavoratori uniti contro lo smantellamento della fabbrica”, denunciando anche il pericolo per altri centri produttivi italiani. Dopo la conferma di Marchionnne che la produzione di auto nello stabilimento di Termini Imerese cesserà a dicembre 2011, il Codacons annuncia così – in una nota – la nascita di 9 comitati di lotta contro la chiusura dello stabilimento di Termini Imerese, a Catania, Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina, Palermo, Ragusa, Siracusa, Trapani, ovvero uno per ogni provincia siciliana. I comitati, battezzati “No Termini Imerese? No acquisti Fiat”, “lotteranno – spiega il Codacons – per sensibilizzare la gente nelle nove province siciliane facendo capire come il problema della chiusura di un impianto così importante non si abbatterà solamente sulle famiglie dei diretti licenziati, ma anche su tutta l’Isola, con effetti negativi per tutti in un periodo di forte recessione”. I Comitati chiederanno, inoltre, ai cittadini, di boicottare l’acquisto di auto Fiat fino a quando la decisione di far chiudere termini Imerese non verrà ritirata. “La Sicilia – sottolinea l’associazione dei consumatori – non è più una terra di conquista, ma una regione produttiva con lavoratori che hanno una loro dignità e che non possono trovarsi improvvisamente senza la possibilità di sfamare le loro famiglie.” E – denuncia il Codacons – il problema nel prossimo futuro non riguarda solo Termini Imerese, “ma c’è il concreto pericolo che altri stabilimenti produttivi italiani siano gradualmente dismessi per localizzare la produzione in aree territoriali più convenienti”. “Bisogna lottare – afferma il segretario nazionale del Codacons, Francesco Tanasi – tutti insieme e duramente affinché le decisioni prese in merito alla questione possano essere riviste, alla luce delle esigenze di tutti gli italiani coinvolti in modo dietto e indiretto”.
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