Se la Federcalcio avesse ascoltato il ministro Bossi saremmo tutti più contenti, le strade del nostro Paese sarebbero invase di vuvuzelas, il traffico impazzito delle nostre città avrebbe incrementato il business anticrisi dei venditori ambulanti di bandiere tricolori e magliette della nazionale, i giornali avrebbero continuato a scrivere del Mondiale sudafricano. Ed invece da domani il popolo italiano dovrà rifare i conti con la realtà: scoprire che i dati forniti dalla Confindustria sulla fine della crisi economica sono falsi, discutere sull’iter parlamentare del disegno di legge sulle intercettazioni, continuare a contare i soldati italiani feriti in Afghanistan. Tutto questo per colpa dei benpensanti e delle anime belle che si sono scandalizzati alle parole del leader leghista che aveva visto giusto: c’era solo un modo per passare il turno con questa squadra. Del resto lo avevamo già fatto ai Mondiali del 1982: tutti hanno dimenticato il pareggio-truffa contro il Camerun e ormai si ricorda soltanto l’eroica impresa della squadra di Bearzot e “Paolorossi”.
Oggi, invece, ci tocca soffrire pensando ai gol della Slovacchia, riflettendo sulla realizzazione scaturita da una rimessa laterale (roba da oratorio!), passeremo le notti insonni con l’incubo del gol mangiato da Pepe al 97’ o col fuorigioco millimetrico di Quagliarella, oppure ci sveglieremo nel cuore della notte urlando a squarciagola: “no, Lippi noooo…”. Se sommiamo l’ingaggio di tutti i calciatori delle altre tre squadre che componevano il nostro girone non riusciremo ad eguagliare i guadagni annuali del solo Cannavaro… eppure la nostra nazionale è arrivata ultima e il nostro capitano è stato tra i peggiori giocatori del Mondiale. È questo il bello del calcio…
Ma ora, diceva un vecchio rivoluzionario, che fare? Ci basta attendere l’arrivo di Prandelli che manderà in pensione un po’ di anziani per convocare i vari Cassano, Balotelli, Santon… non è sufficiente! Dobbiamo dare una ragione ai nostri prossimi giorni, altrimenti rischiamo di rovinarci le vacanze estive. Dobbiamo decidere per quale squadra tifare adesso. I nazionalisti possono tifare per l’Argentina, il Paese fatto dagli immigrati italiani. oppure per l’Inghilterra di Fabio Capello. I terzomondisti possono sostenere il Ghana, l’unico paese africano rimasto in gioco. I classicisti non potranno che urlare forza Brasile. I teorici del calcio totale sono ancora affezionati all’Olanda. I mediterranei sostengono i cugini spagnoli. I nostalgici hanno nel cuore il fado portoghese. Gli imperialisti sposano la causa statunitense. I muscolosi non fanno altro che pensare alla Germania. I sonnacchiosi sperano nel Messico. I tifosi del Palermo sperano di veder tornare l’Uruguay di Cavani trionfatore. Zamparini spera pure che il bomber rosanero segni tanti gol, così lo vende più caro. Insomma, nessun può più dire Forza Italia, neanche Berlusconi che, prevedendo il disastro sudafricano, ha cambiato in tempo nome al suo partito… Questi sì che sono statisti.