Spunta l'ombra del "puparo" | Ciancimino ai pm: "Non so nulla" - Live Sicilia

Spunta l’ombra del “puparo” | Ciancimino ai pm: “Non so nulla”

Ingroia avverte. Ancora dubbi.
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L’interrogativo riportato dall’Ansa con la replica del giudice è calzante. C’é un “puparo” dietro Massimo Ciancimino accusato dalla Procura di Palermo di avere falsificato un documento per calunniare l’ex capo della polizia Gianni De Gennaro? “E’ un’ipotesi che non si può scartare”, risponde il procuratore aggiunto Antonio Ingroia. Sgombriamo subito il campo dalle mezze misure. Noi siamo convinti che, in questo caso, la magistratura abbia agito correttamente. Ha indagato. Ha cercato. Ha scavato su ipotesi di inchiesta. Ha saputo sconfessare la sua gallina dalle uova d’oro, quando ha scoperto che il metallo era falso, in un’occasione importante.

Intanto, qualche ora fa è terminato l’interrogatorio dei pm palermitani nel carcere di Parma, dove Ciancimino è rinchiuso. Lui ha detto, difendendosi: “Ho presentato tantissimi documenti. Di moltissimi non conosco l’origine”. Francesca Russo, l’avvocato che difende l’imprenditore fermato, lo descrive “scosso e nervoso. Il carcere – dice il legale – è un’esperienza terribile per tutti. Vedremo domani cosa deciderà il gip”. Questo è l’ultimo aggiornamento in cronaca.

Resta il chiodo del dubbio primario. C’è un puparo, un manovratore, un suggeritore, un burattinaio, un “grande vecchio”, ipotesi sempre cara alla dietrologia, su cui indagare e su cui si indagherà? E il puparo non potrebbe essere Massimo Ciancimino stesso? E’ un quesito che dà, retrospettivamente, un’esatta radiografia degli appetiti e dei vizi culturali della nostra fragile epoca. In pochi hanno assistito con moderazione o cognizione di causa all’ascesa di Ciancimino junior.

Coloro che intrattengono un rapporto fideistico con Berlusconi e il Berlusconismo si sono stracciati le vesti, per le note dichiarazioni. Ma se il celebre rampollo avesse riferito che il capo della mafia è tale Massimo D’Alema da Gallipoli avrebbero manifestato una contraria reazione di giubilo. Poi ci sono quelli che si sono buttati ciecamente tra le braccia del figlio del boss trapassato. Perché? Per anti-berlusconismo in servizio permanente effettivo, all’apparire di una voce che prometteva mirabili rivelazioni. E perchè è edificante sempre raccontare la storia della redenzione umana: il figlio di Vito che salva lo Stato e lava le colpe di suo padre.
Tuttavia, c’era un detto antico: meglio un giorno da Borsellino che cento da Ciancimino. Peccato mortale, forse, è stato credere che due cognomi tanto distanti potessero avere lo stesso ruolo in una trama comune.


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