Si discute di Addiopizzo su Facebook. Il sasso nello stagno lo getta una volontaria che ha fatto parte del progetto. Ecco uno spicchio del suo pensiero: “Un paio d’anni fa, quando mi congedai dal comitato Addiopizzo, li lasciai con una riflessione che pochi ascoltarono e ancora meno intesero, ovvero che per potersi ritenere “onesti”, non bastasse limitarsi a rispettare le leggi. Anni più tardi, riconosco nell’operato di questa importante associazione cittadina la stessa arroganza, la stessa grettezza, che mi spinse allora ad interrompere il mio volontariato all’interno del comitato. Non voglio sparare sulla croce rossa, sia chiaro, e del resto riconosco pienamente che tutto quello che è stato fatto sino ad ora ha avuto una sua importanza nella lotta alla mafia, vorrei soltanto che ci si ponessero più domande, vorrei che gli si ponessero più domande, perchè ho la netta sensazione che si stia un po’ andando alla deriva, che tutto ciò che è proveniente da Addiopizzo venga preso per oro colato, e non ci si interroghi mai e mai abbastanza sulle motivazioni, sui metodi e sugli effetti del loro “lottare contro”. Addiopizzo, nel 99% dei casi fa le cose secondo legge, altrettanto spesso dimentica che dietro a quelle leggi non si cela necessariamente un’etica”. Segue una serie di addebiti specifici tra critiche e incoraggiamenti. Chi vuole sapere tutto, proprio tutto può cliccare sul link all’inizio. La chiusura della nota è un j’accuse: “Addiopizzo – e mi duole dirlo – è sempre quel ragazzino petulante che ho lasciato due anni fa, che riesce ad avere rispetto per pochissime cose e tutto il resto lo butta, che sa di poter ottenere la maggior parte delle cose che chiede e non per meriti speciali, ma semplicemente perchè è “addiopizzo”, perchè ci sta salvando, perchè sta lavorando per noi. (…) In quel burrascoso ultimo periodo di due anni fa, quando la maggioranza del comitato decise cosa ne sarebbe stato del futuro di Addiopizzo, ricordo che citai Orwell -e anche in quel caso non venni intesa perchè uno di loro si lamentò addirittura perchè li avevo paragonati a dei porci!-, in particolare le ultime righe de “La fattoria degli animali”, in cui ci viene raccontato che i volti dei maiali e i volti degli umani sono ormai indistinguibili. Allora come adesso trovo quella metafora calzante alla situazione del comitato: alcuni di loro stanno lavorando duro, tenendo ben presenti dei paletti oltre i quali non è giusto andare, ma non si accorgono che i volti di alcuni dei loro compagni stanno già iniziando a cambiare e che probabilmente fra poco non riusciranno più a distinguerli da ciò contro cui stanno lottando”.
Ugo del comitato risponde puntualmente alla nota e conclude: “Sulla circostanza che “Addiopizzo sa di essere privilegiato”, non so da chi e perché, so soltanto che l’associazione, tutto quello che ha fatto e ha raggiunto, lo deve solo ai propri meriti. I rapporti istituzionale e la stima se l’è guadagnata nel campo, con la capacità e la creatività delle persone che la compongono. Poi i problemi organizzativi e di gestione di un comitato come il nostro ci sono e probabilmente rimarranno, ma un fatto è certo: è già un quasi miracolo che dopo oltre 6 anni, il comitato esista ancora e sia, nonostante tutto, vivo e vegeto e ancora capace di progettare, agire e tentare… Spero di avere chiarito i vostri dubbi, se volete siamo sempre a disposizione per fare luce su ulteriori fatti e circostanze”.