È la più grande delle città in cui si vota in questa mini-tornata di amministrative in Sicilia. Ed è anche probabilmente la più interessante politicamente. Perché a Gela si è creata una saldatura in chiave anti-Lega, un asse tra Pd e un pezzo di Forza Italia che non è passato inosservato. Forzisti (una parte) e dem convergono sulla candidatura di Lucio Greco, 46 anni, avvocato, già candidato la scorsa volta. Con lui liste civiche, il Pd e la parte ufficiale di “Forza Italia”, facente capo al deputato regionale Michele Mancuso, alleati per l’occasione in una sorta di “patto del Nazzareno” ma in corsa con simboli diversi da quelli tradizionali. Il candidato però sottolinea la portata locale del patto: “Il nostro è un progetto civico che trova la condivisione di diverse liste civiche, poi responsabilmente due partiti come il Pd e Forza Italia, consapevoli della grave situazione che sta vivendo Gela, dove è crollata l’economia dopo la chiusura della raffineria, hanno ritenuto di condividere questo progetto civico. Che guarda ala città e ai problemi di Gela”.
I candidati a sindaco sono in tutto quattro, supportati complessivamente da 12 liste, per un totale di 285 aspiranti consiglieri, che si contendono i 24 seggi disponibili in consiglio comunale.
Il centrodestra punta su Giuseppe Spata, 42 anni, commercialista, coordinatore provinciale della Lega, sostenuto anche dall’Udc, da Fratelli d’Italia e da un gruppo dissidente di Forza Italia, che fa riferimento all’ex deputato regionale Pino Federico. “Stiamo avendo moltissimo consenso – dice Spata -, il riferimento di Matteo Salvini fa breccia fra la gente”. Il leader leghista sarà in città a fine aprile a dare man forte alla campagna del candidato del Carroccio. “La maggior parte di Forza Italia è con noi: i tre uscenti, l’onorevole Bartolozzi, Pino Federico”, dice Spata, che rivendica la matrice politica della coalizione di centrodestra, in un tempo in cui vanno più di moda i progetti “civici”. “La Lega è il primo partito in Italia, si affida al civismo chi non ha possibilità di fare altro”, commenta al riguardo il candidato.
I grillini allo scorso giro qui vinsero, salvo poi litigare quasi subito con il loro sindaco che uscì dal Movimento, quel Domenico Messinese poi sfiduciato a larga maggioranza (in una rocambolesca seduta con tanto di ambulanza) così che si arrivasse adesso al voto un anno prima della scadenza. I pentastellati puntano su Simone Morgana, 42 anni, avvocato e consigliere comunale uscente. I 5 Stelle gelesi hanno un senatore, Pietro Lorefice, e un deputato regionale, Nunzio Di Paola. “La nostra è una campagna molto legata al territorio, su tematiche in passato non prese in considerazione, dai servizi sociali alle piccole imprese artigiane, dalla cultura ai beni comuni. Sta andando molto bene”, dice Morgana. E sull’eredità di Messinese il candidato osserva: “La città ha compreso, è passato il messaggio che gli altri partiti politici al nostro posto non avrebbero mai mollato e i gelesi hanno apprezzato questa scelta”.
Si candida sostenuto da due liste civiche l’imprenditore Maurizio Melfa, 48 anni, indipendente con la passione della politica. “Sono solo con la città, immagino un plebiscito”, dice Melfa, che ricorda di girare Gela da quattro mesi. Già quattro anni fa Melfa si era candidato alle elezioni. Indagato per una vicenda di fatture a una società sportiva di pallavolo, attende l’udienza preliminare: “Sono certo che si risolverà tutto, abbiamo tutte le carte a posto. Di certo non sarà questa indagine a fermarmi. Anzi, questa vicenda mi stimola a operare per una politica nobile che non parla mai degli avversari”. Melfa ci riprova con liste “che per il 90 per cento sono costituite da figure nuove. A Gela sta accadendo un vero e proprio risveglio, io ho cercato di dare un messaggio di ottimismo”. L’obiettivo? “Un elettroshock economico, riorganizzando la macchina amministrativa”.
(2- continua)
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