PALERMO – Un nuovo connubio sta per prendere vita, quello fra l’Azienda ospedaliera Civico-Di Cristina-Benfratelli e l’associazione Addiopizzo. “Chiederemo l’iscrizione – dice il commissario straordinario Carmelo Pullara – bisogna solo lavorare ad alcuni dettagli pratici, visto che la nostra natura giuridica non è identica a quella di un’impresa qualunque”. Un’iniziativa nuova quella che l’ospedale palermitano ha deciso di intraprendere, e che si pone in parallelo con l’adozione di un codice etico, fra i primi in assoluto nella pubblica amministrazione siciliana. A redigere il testo che regolerà di fatto i rapporti del Civico con l’interno e con l’esterno sono stati due avvocati, Nino Caleca e Marcello Montalbano.
Il codice include 23 articoli. Fra le novità più interessanti la possibile interruzione dei rapporti con quelle aziende che non denunciano il pizzo, la massima trasparenza nelle procedure d’appalto che verranno videoregistrate. Toccherà poi ai dipendenti l’obbligo di comunicare eventuali rapporti di parentela con fornitori o soggetti esterni. A verificare l’applicazione del codice etico sarà un comitato di vigilanza, presieduto proprio da Nino Caleca. Ne faranno parte cinque personalità esterne all’azienda a titolo gratuito. “Abbiamo chiesto già – prosegue Carmelo Pullara – al procuratore di Trapani Viola ed al pm della procura di Palermo Ennio Petrigni di entrare nel comitato. Un altro componente invece lo individueremo insieme a Confindustria”. Proprio Viola ha preso parte alla presentazione del codice, precisando di essere “onorato per l’invito, anche se dovranno essere gli uffici della magistratura a verificare la possibilità di accettare l’incarico”.
Ha battezzato l’iniziativa anche l’assessore regionale alla Salute Lucia Borsellino. “Bisogna restituire dignità alla nostra terra, che produce mostri ma anche gli anticorpi agli stessi mostri. Il codice etico si inserisce in questa direzione, ed il Civico si fa apripista che nei fatti rende libera l’azienda”. La stessa componente della giunta Crocetta aggiunge: “Mi prendo il compito di diffondere la pratica di un strumento importante come questo. Bisogna pensare di strutturare anche altrove un comitato di vigilanza che diventi parte integrante dell’azione di altre aziende sanitarie”. Un progetto pilota, dunque, pronto ad essere esportate pure in altre realtà. “E’ bellissimo sentire parlare di codice etico – afferma Francesco Del Bene, sostituto procuratore della dda di Palermo –, questo è un segnale fortissimo, direi quasi una rivoluzione copernicana. Ora auspico la sua rigorosa applicazione”.