"Ecco la pistola che ha sparato" | Il giallo del duplice omicidio - Live Sicilia

“Ecco la pistola che ha sparato” | Il giallo del duplice omicidio

Sarebbe una pistola Tanfoglio Stock 2, calibro 9, sequestrata, insieme ad altre due, in casa di Carlo Gregoli e della moglie Adele Velardo. I coniugi rifiutano l'esame del Dna.

PALERMO – Sarebbe un ulteriore tassello verso la verità. Ne sono convinti gli agenti della Squadra mobile che indagano sul duplice omicidio di via Falsomiele. La prova di sparo avrebbe confermato l’ipotesi già emersa ieri. Una delle pistole che hanno ucciso lo scorso 3 marzo Vincenzo Bontà e Giuseppe Vela era in casa dei coniugi Gregoli, arrestati per il delitto.

Si tratta di un modello Tanfoglio Stock 2, calibro 9 semiautomatica, usata per le gare di tiro dinamico, disciplina praticata da Carlo Gregoli e dalla moglie Adele Velardo. Manca adesso la conferma finale che potrebbe arrivare dagli esami biologici. Il gabinetto di polizia scientifica sta analizzando i guanti trovati nella macchina dei coniugi. I risultati saranno comparati con quelli sulle tracce che i killer hanno probabilmente lasciato sui proiettili nel momento in cui è stata caricata l’arma. I poliziotti della Mobile di Rodolfo Ruperti attendono anche l’esito delle analisi sulle tracce ematiche trovate sul tappetino del Suv dei coniugi. Potrebbe essere il sangue delle vittime. Marito e  moglie hanno rifiutato di sottoporsi al test del Dna perché il loro difensore, l’avvocato Aldo Caruso, non era stato informato. In ogni caso, se dovesse ancora esserci il loro diniego, la Procura potrà imporlo.

Intanto il legale e i consulenti di parte di Carlo Gregoli e della moglie Adele Velardo, la prossima settimana, faranno un sopralluogo in via Falsomiele. L’avvocato Aldo Caruso e il perito Francesco Matranga annunciano battaglia. ”Ci sono molti lati oscuri – dicono – soprattutto sulla dinamica dell’agguato. Sulle vittime sono stati trovati 24 fori. Sull’asfalto sono stati recuperati 6 bossoli e 3 ogive. Le pistole sequestrate hanno caricatori con 15 proiettili, sedici con il colpo in canna. E’ impossibile – concludono – che a sparare sia stata soltanto un’arma”. 


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