"Ecco perché Lombardo resta" - Live Sicilia

“Ecco perché Lombardo resta”

L'esponente del Pd spiega perché il presidente della Regione resterà in sella e finirà il suo mandato. E chiede un rinnovamento profondo al suo partito.

Intervista a Davide Faraone
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2 min di lettura

Davide Faraone, domanda secca sull’Ars: dimissioni o mozione di sfiducia?
“Io continuo a preferire le dimissioni dei deputati regionali alla mozione di sfiducia. Intanto perché i deputati ci devono mettere la faccia. E poi perché la sfiducia rischia di diventare l’exit strategy gattopardesca di chi vuole tenere la poltrona ancora un altro anno. Sapete perché? In direzione regionale Pd si discuterà di una mozione di sfiducia ‘finta’ che all’Ars non passerà e tanti nel Pd sanno già che è così. I gruppi sono spaccati al proprio interno, Pid e Pdl cercano un salvagente, vogliono utilizzare questo anno per la ricomposizione del centro destra, un po’ come accadde dopo la caduta del governo Capodicasa. Risultato? La sfiducia non passerà e con la bocciatura cambierà di segno: si trasformerà in un voto di fiducia per Lombardo che avrà i numeri e non si dimetterà. Un minuto dopo rivendicherà di avere la maggioranza e continuerà il suo mandato. Insomma non cambierà nulla. Parte del Pd continuerà ‘di nascosto’ ad appoggiare Lombardo, magari attaccandolo sui giornali e ciò che mi preoccupa di più, continuerà a fregarsene di quello che pensano i siciliani ed i suoi elettori”.

Come sta il Pd?
“Credo che il Pd, al contrario di quanto fatto in questi anni, oggi e non domani, debba avere la capacità di essere in sintonia con quello che c’è fuori da quel palazzo. Si è capito, hanno capito quei dirigenti del Pd che ci hanno condotto in un vicolo cieco, che non funziona un governo figlio del ribaltone e senza il consenso dei cittadini o no?”.

Ma all’inizio Lombardo piaceva a tanti, anche a lei.
“Certo abbiamo fatto bene a scardinare il centro destra che aveva sostenuto Lombardo, ma poi dovevamo andare subito al voto per proporre un’alternativa e non nasconderci dietro un governo tecnico, per poi scoprire che molti di questi tecnici aspettano di sapere dal Pd se lasciare o no il governo. Invece ci siamo fatti risucchiare”.

In che senso?
“Siamo stati stampella ieri e nei prossimi giorni saremo anche ambulanza. Siamo out, sordi, non sentiamo neppure tutti quelli che oggi fuori dal palazzo ci chiedono di interrompere immediatamente questa legislatura e il poltronificio che il presidente della regione ha messo in atto”.

Quindi?
“E’ ora di cambiare, voltare pagina. Dobbiamo aprire le porte e le finestre a partire dal Pd e dire che con questi dirigenti, e cioè con chi ci ha portati in questo vicolo cieco, sbagliando tutto, non solo non vinceremo mai, ma domani non potranno essere loro a preparare l’alternativa in Sicilia. Il Pd se vuole ricominciare a essere il pilastro del cambiamento deve far di tutto affinché la Sicilia torni al voto subito e deve pensare immediatamente al dopo-Lombardo. Occorre un patto con i siciliani, un patto tra riformisti e democratici siciliani. Un patto non dell’orata e neppure delle sarde: un patto degli onesti e dei meritevoli”. (rp)


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