PALERMO – Trentacinque milioni di euro l’anno di gettito solo dalle sanatorie arretrate: è questo l’obiettivo che si è data l’amministrazione Orlando che, al suo insediamento, ha dovuto fare i conti con un settore, quello dell’Edilizia privata, praticamente allo sbando. E in particolare ad essere in arretrato erano tutte quelle pratiche, circa 54mila, relative alle sanatorie del 1985, del 1994 e del 2003 e alle quali lavoravano poco più di una decina di impiegati.
Una situazione paradossale, se si considera che i tecnici assunti negli anni Novanta proprio per le sanatorie erano circa un centinaio: ma, col passare del tempo, i dipendenti sono stati spostati nei vari rami dell’amministrazione provocando un ritardo nell’espletamento delle pratiche di quasi dieci anni. E il sindaco Orlando, appena qualche mese dopo il suo insediamento, ha annunciato l’intenzione di rispedirli tutti in via Ausonia proprio per smaltire un arretrato dal quale il Comune potrebbe ricavarne 35 milioni l’anno: una manna dal cielo per le asfittiche casse di Palazzo delle Aquile.
E così piazza Pretoria ha dato il via alla riorganizzazione del settore guidato da Serafino Di Peri, facente parte dell’area coordinata dall’architetto Valentina Vadalà, mandando la prima decina di tecnici a cui si aggiungeranno gradualmente gli altri. “In questo modo – spiega l’assessore Agata Bazzi – finalmente daremo risposta ai cittadini che hanno presentato le istanze e l’amministrazione potrà smaltire una grande mole di lavoro arretrato, introitando anche delle somme importanti per il nostro bilancio”.
Si comincerà proprio dalla riorganizzazione dell’immenso archivio di via Ausonia, che in larga parte non è ancora stato informatizzato e che è stato reso ancora più caotico dallo smarrimento di alcuni dati sul protocollo, che ha reso difficile perfino individuare la posizione di alcune pratiche. La stessa amministrazione ha definito “disastroso” lo stato dell’archivio, dando mandato a una equipe ad hoc di lavorare, per il prossimo mese, solo al suo riordino chiudendo l’ufficio agli utenti. “Già la sola riorganizzazione e dell’archivio – dice Di Peri – permetterà di ridurre il carico di lavoro futuro perché siamo certi che alcune pratiche del primo condono, non avendo avuto risposta, siano state ripresentate per i condoni successivi. Le pratiche duplicate potrebbero essere cinquemila e arrivare anche alle settemila”. Un lavoro improbo, nel quale i tecnici saranno affiancati dalla Sispi e che produrrà anche un’operazione di verifica dello stato delle pratiche in corso. La task force è già all’opera e in un mese dovrebbe completare il tutto.
“Quello delle pratiche del condono – ha commentato Orlando – è uno dei grandi scandali di questi ultimi anni. E’ un esempio di come l’immobilismo dell’amministrazione vada a danni del cittadino e della stessa amministrazione. Il mancato esito delle pratiche di condono, infatti, non solo ha di fatto impedito la regolarizzazione di migliaia di situazioni, ma ha anche impedito di incassare alcuni milioni di euro che avrebbero potuto essere reinvestiti in servizi per i cittadini”.