PALERMO – L’obiettivo del gruppo Pd “più grande” delle città metropolitane può attendere: c’è una campagna elettorale da portare avanti e un matrimonio, quello tra i dem e Leoluca Orlando, da far partire nel migliore dei modi. Circa due ore di riunione nella sede di ‘Cambiamenti’, quartier generale di Davide Faraone, per gettare un programma di massima degli impegni elettorali in vista del 4 marzo. Un vertice simbolico per il luogo prescelto: al tavolo, oltre a Orlando, anche il segretario provinciale dem Carmelo Miceli e il capogruppo a Palazzo delle Aquile Dario Chinnici, con Faraone intervenuto in seconda battuta per salutare l’impegno di Fabio Giambrone, capolista nel proporzionale a Palermo, e per fare gli onori di casa nei confronti di quei consiglieri di maggioranza che hanno deciso di fare rotta verso la casa dei dem.
Il pallottoliere di Sala delle Lapidi è già in movimento. Il Pd pescherà nel Mov 139 e in Palermo 2022, ma il passaggio non avrà i crismi dell’esodo. “Nessun trasferimento di massa – fanno notare fonti di maggioranza – ma scelte personali che avverranno ognuna in momenti diversi”. Nessuna ufficializzazione al momento ma appare certo l’arrivo dal Mov 139 di Fabrizio Ferrara, così come in tanti danno anche Francesco Bertolino, presidente della commissione Cultura, tra i più convinti del passaggio ai dem. Da Palermo 2022 potrebbe arrivare anche Antonino Sala. Giorni di riflessione, inoltre, anche per Giulio Cusumano e Massimiliano Giaconia. Resteranno nel Mov 139 il capogruppo Sandro Terrani, l’Idv Paolo Caracausi e Valentina Chinnici. A conti fatti il nuovo gruppo dem potrebbe arrivare fino a quota dieci componenti, con la prospettiva di accogliere in futuro anche il presidente di Sala delle Lapidi Totò Orlando. Discorso diverso per Sicilia Futura: gli uomini di Totò Cardinale resteranno un pilastro autonomo della coalizione, puntando tutto sul rimpasto di giunta previsto al’indomani del voto e che dovrà necessariamente coinvolgere anche Sinistra Comune di Giusto Catania che però ha già messo le mani avanti: “Partendo dalla coalizione uscita vincitrice dalle urne, si discute di tutto”.
Nessuna tabella sulla tempistica degli arrivi nel Pd. I fari sono rivolti alle elezioni con un solo obiettivo: la caccia al consenso sui territori “con l’orgoglio di metterci la faccia – come spiegato dai relatori all’incontro – dal momento che rappresentiamo il governo della città”. In prima linea ci sarà anche il sindaco che si spenderà in prima persona salendo sul palco, “quando gli impegni da primo cittadino lo consentiranno”, accanto agli altri big del partito.