CATANIA – Mantengono la calma, apparentemente. Ma sono pronti ad alzare la voce. Anche perché, se i rifiuti restano in strada e la bolletta della Tari arriva lo stesso, è con loro che se la prendono i cittadini. I sindaci della Srr Area Metropolitana di Catania, stamani, hanno affrontato la spinosissima questione rifiuti, vera e propria bomba scoppiata nei giorni scorsi.
La riunione dei sindaci
I primi cittadini dei comuni che compongono la Srr Area metropolitana si sono dati appuntamento a Palazzo degli Elefanti per discutere della grave emergenza legata alla riduzione del conferimento nella discarica di Sicula Trasporti, dove portano i propri rifiuti 150 comuni compresi tutti quelli del hinterland catanese. E del provvedimento dell’assessora all’Energia, Daniela Baglieri, e del direttore del Dipartimento Acque e rifiuti, Calogero Foti, che ha tentato di disinnescare l’emergenza. Un provvedimento che prevede l’abbancamento dei rifiuti eccedenti nelle altre discariche dell’isola, ma che però ha validità soltanto 60 giorni. Dopo sarà nuovamente il caos. Ed è di questo che hanno parlato i primi cittadini. “La verità è che non c’è soluzione – tuona Francesco Laudani, presidente della Srr. Il nuovo piano dei rifiuti prevede due termovalorizzatori, ma per realizzarli ci vogliono anni. L’emergenza potrà essere gestita per appena sessanta giorni ma poi ci ritroveremo nella stessa situazione”.
Sotto accusa la mancata programmazione
In tanti additano proprio nella Regione la responsabile di un sistema che, di fatto, è in ritardo. “Occorre una programmazione per affrontare questi eventi – invalza Giuseppe Bellia, primo cittadino di San Giovanni La Punta. Sapevamo tutti che sarebbe successo, ma occorre avere idee su cosa fare. Lo sforzo di aumentare la differenziata nei nostri territori lo stiamo facendo con il massimo delle nostre forze, ma non abbiamo altro da fare”. “L’assessore Baglieri ci ha fatto capire subito la disponibilità e che sta lavorando per la soluzione a quesi problemi – aggiunge l’esponente di Motta Sant’Anastasia – ma non c’è alternativa immediata e, al sessantesimo giorno. chissà cosa accadrà”. “La Regione non ha pianificato non negli ultimi anni, ma negli ultimi decenni – fa eco il sindaco di Aci Bonaccorsi. Nessun amministratore regionale ha avuto mai il coraggio di fare una politica chiara sui rifiuti”..
L’affondo di Rubino
È il vicepresidente della Srr e sindaco di Sant’Agata Li Battiati, Marco Rubino, ad alzare i toni. Ricordando il lavoro fatto negli anni. “La programmazione regionale noi come Srr non la vediamo – dice. Ci diffidano, ma due anni fa il Srr aveva presentato le carte per un impianto pubblico. Nel frattempo, restiamo ostaggio dei privati”. Rubino ricorda come, nel 2019, il sito dove realizzare l’impianto, a Pantano d’Arci, sia stato approvato dalla giunta Pogliese, prima, e dal consiglio comunale poi. “La risposta della Regione è stata il commissariamento: – sottolinea. Quel progetto è commissariato da 26 mesi. Due anni andati in fumo”.
Il lavoro della Srr
Numeri alla mano, il dirigente della Srr, Carmelo Caruso, si sofferma sugli sforzi fatti dai territori per raggiungere alti livelli di differenziata. “Prima del 2016 – spiega – conferivamo oltre 1200 tonnellate di rifiuti al giorno in discarica. La Srr ha fatto tanto: oggi conferiamo mediamente 680 tonnellate rifiuti al giorno. E in moltissimi Comuni, le percentuali di raccolta differenziata sono sopra il 60 per cento”. Eccezion fatta da Catania, ferma ancora all’11% in attesa dell’avvio del nuovo appalto che, a breve, porterà la raccolta differenziata porta a porta in tutta la città.
Rifiuti fuori regione o nuova vasca
Due le possibili soluzioni per risolvere l’emergenza rifiuti, in attesa della realizzazione dei termovalorizzatori: portare i rifiuti all’estero o ampliare gli impianti. Nel primo caso, però, il problema sarebbero i costi. “Oggi, il preventivo più economico è di una realtà scandinava – evidenzia il sindaco di Catania, Salvo Pogliese: dal punto di vista economico, prevede una triplicazione costi che determinerà il fallimento di quei Comuni che non sono ancora falliti. E chi è già in default, come Catania che si sta lentamente risanando, un nuovo dissesto”. Né i cittadini possono pagare la tassa quadruplicata.
La terza vasca
L’unica via sembrerebbe dunque, quella che la Regione autorizzi l’ampliamento delle discariche. “Forse la regione, per autorizzare a vasca, ha bisogno che noi ci ribelliamo? – si domanda Rubino. Ma di autorizzare nuove vasche parlano anche altri sindaci, e il presidente Laudani. “È emersa dai sindaci questa esigenza perché ci siamo resi conto che non ci sono alternative a breve termine. Tra l’alro l’amministrazione giudiziaria della Sicula ha già chiesto l’autorizzazione. Ci faremo promotori di questa esigenza, pur sapendo che l’ampliamento di un’ulteriore vasca è stata già contestata dai sindaci di quei territori”.