“Un anno scolastico difficile in un territorio difficile” Questo è l’urlo del sindacato della CGIL di Messina che costantemente tiene sotto monitoraggio la politica della scuola. I dati relativi all’inizio di questo anno scolastico, per Messina e provincia, sono preoccupanti e parlano chiaro:250 insegnanti hanno perso il posto di lavoro, di cui 130 sono quelli di sostegno.
“Una misura – spiega il sindacato – che colpirà non solo la solidarietà sociale ma complessivamente il rendimento delle classi”. Interviene il segretario provinciale scuole Cgi, Grazia Maria Pistorino e afferma: “la reintroduzione del maestro unico e il previsto taglio di 80mila posti nell’insegnamento varati dal governo Berlusconi non potranno che ridurre pesantemente la qualità dell’offerta formativa”.
In provincia di Messina il 35% delle strutture scolastiche non è in possesso del Certificato di agibilità, mentre ogni anno la Provincia spende 3milioni240mila euro per gli affitti di locali non sempre idonei ad ospitare aule e classi.
Non può mancare un accenno al problema del bullismo in città. Pagina nera per Messina che lo scorso anno è balzata, è possibile dire, ai disonori della cronaca nazionale per gli atti di violenza avvenuti tra i giovani sia dentro che fuori le scuole. Nonostante questo, Messina continua a distinguersi per l’elevata dispersione scolastica. Lo scorso anno circa 4mila ragazzi non hanno assolto l’obbligo scolastico.
La Sicilia, ricorda infine il sindacato, continua a essere l’unica regione italiana senza una legge sul diritto allo studio, strumento di attivazione generale di politiche di sostegno allo studio e agli studenti anche attraverso misure localizzate nelle zone e nei quartieri a rischio.
di Gabriella Cerami