LEONFORTE – Facendosi fare due bonifici da una imprenditrice di Leonforte, il commerciante pregiudicato Ettore Forno avrebbe ripulito dei soldi, restituendo in contanti alla vittima il denaro. L’importo dei bonifici era di circa 15 mila euro. La donna sarebbe stata costretta ad assecondare la richiesta dei bonifici attraverso violenza psicologica o minacce.
Lui, secondo l’imputazione formulata dalla Procura di Enna, avrebbe implicitamente prospettato alla vittima danni economici. Lo avrebbe fatto “sfruttando la fama criminale che si era guadagnato a Leonforte attraverso una costante pratica di sopraffazione e intimidazione diffusa”. Per questo è stato chiesto il rinvio a giudizio a carico di Forno, in uno stralcio dell’inchiesta della Guardia di Finanza, Full Control.
L’udienza
Forno è accusato di estorsione e di intestazione fittizia di beni. Quest’ultima ipotesi, in riferimento a un’impresa edile, che avrebbe attribuito fittiziamente ad altri pur rimanendo come effettivo titolare. L’associazione antiracket e antiusura Fai Leonforte, presieduta da Gaetano Debole, chiederà la costituzione di parte civile (ovviamente solo in relazione all’ipotesi di estorsione).
L’udienza preliminare si aprirà il 26 marzo dinanzi al Gup di Enna. L’associazione ha nominato difensore l’avvocato Mario Ceraolo del foro di Messina. “Trovare il coraggio di denunciare e affrancarsi dalla criminalità significa riappropriarsi della propria libertà e della dignità personale”, afferma Debole.
La costituzione di parte civile
“La nostra associazioni antiracket e antiusura con la costituzione di parte civile, intende affiancare ogni imprenditore che sceglie di stare dalla parte dello Stato per avviare un percorso di cambiamento. Il nostro auspicio è che a Leonforte si possa trovare sempre il coraggio di denunciare ogni forma di ricatto ed ogni forma di sopraffazione”.
“Desidero infine rivolgere – conclude – un ringraziamento e un plauso alla Guardia di Finanza della Compagnia di Enna per il brillante lavoro svolto nelle indagini che si sono concluse con l’inchiesta Full Control, che rappresenta un momento importantissimo di risveglio civile e di libertà per l’intera città di Leonforte”.