CATANIA – Entrate gonfiate per fare quadrare i conti, debiti che sarebbero spariti come neve al sole e società partecipate comunali in ginocchio. Il pm Alessandra Chiavegatti ha chiuso le indagini sui bilanci preventivi del Comune e chiesto il rinvio a giudizio, con l’accusa di falso, di Umberto Scapagnini, Vincenzo Castorina, Francesco Bruno, Mario D’Antoni, Santo Cimellaro, Vincenzo Emanuele, Carmelo Pricoco, Luigi Asero, Gaetano Tafuri e Francesco Caruso.
Si tratta di un’inchiesta coordinata dal procuratore Capo Giovanni Salvi, che ha puntato l’attenzione sui bilanci preventivi, cioè gli strumenti finanziari che il Comune ha predisposto ogni anno per programmare le spese. Un altro troncone processuale è già arrivato a sentenza nel 2011 quando, con l’accusa di falso, sono stati condannati Umberto Scapagnini, l’ex ragioniere Vincenzo Castorina e gli ex assessori Francesco Caruso, Giuseppe Arena, Santo Li Gresti, Giuseppe Maimone, Giuseppe Siciliano, Gianni Vasta, Filippo Drago, Stefania Gulino, Mimmo Rotella, Salvatore Santamaria, Nino Strano, Mario De Felice e Giuseppe Zappalà.
Bilancio 2006
Per il “falso” bilancio preventivo 2006 sono indagati Umberto Scapagnini, Vincenzo Castorina (ragioniere generale), l’assessore al Bilancio Francesco Caruso e Mario D’Antoni (dirigente del servizio Entrate del Comune). Assessori e amministratori sono indagati in concorso per aver approvato lo schema di bilancio preventivo “da cui emergevano – scrive il pm Chiavegatti – evidenti falsità anche realizzate mediante omissione”. Falsità che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, consisterebbero nell’aver “falsamente” garantito gli equilibri di bilancio attraverso introiti mai incassati dal Comune per 125milioni di euro.
E’ indagato per falso in concorso con il ragioniere generale Vincenzo Castorina anche Santo Cimellaro, dirigente del Servizio Condono Edilizio. Insieme avrebbero “dichiarato il falso ed espresso pareri falsi” sostenendo che dal condono edilizio del 2006 il Comune avrebbe incassato circa otto milioni di euro; in realtà la somma incassata sarebbe stata pari a 1.735.077 euro
Bilancio preventivo 2007
Per la “falsificazione” del bilancio preventivo del 2007 sono indagati l’ex sindaco Umberto Scapagnini, Carmelo Pricoco- dirigente del Servizio Entrate, Luigi Asero, dirigente del Servizio Urbanistica, Francesco Bruno, ragioniere generale. A vario titolo avrebbero concorso nell’emanazione della delibera relativa allo schema del bilancio preventivo 2007 prevedendo entrate del condono edilizio pari a 50milioni (in realtà ne entravano 2.227.602 euro); entrate derivanti da concessioni edilizie pari a 20milioni (in realtà ne entravano 6.5milioni ); finte entrate per 14.200.000 euro derivanti dalla vendita di box auto a Librino, entrata che “non era accertabile secondo il principio di prudenza in quanto nessuna attività era stata intrapresa per rendere effettive tali entrate”.
Bilancio preventivo 2008 spunta Emanuele
L’ex ragioniere generale della Regione Vincenzo Emanuele, direttore generale dell’Irfis, nella qualità di ex Commissario del Comune di Catania è indagato con l’accusa di falso insieme all’ex sindaco Umberto Scapagnini, al ragioniere generale Francesco Bruno e all’assessore al Bilancio Gaetano Tafuri. Sono accusati di aver approvato la bozza di bilancio preventivo 2008 “da cui emergevano -scrive il pm Chiavegatti- evidenti falsità”, che sarebbero consistite: nell’indicazione che il Comune avrebbe incassato 62.191.505,12 euro di cui 16.158.000 dal piano di risanamento San Berillo; 13milioni di euro per la valorizzazione di aree in variante al Prg; 16milioni per edifici scolastici; 14milioni per vendita box; 2.911.000 euro per vendita di immobili comunali. E ancora, per portare all’attivo la previsione del bilancio 2008 sono stati inseriti, secondo la ricostruzione della Procura di Catania, entrate di 40milioni dal condono edilizio ( in realtà a quella data erano stati riscossi 2.500.000 euro) ed 8.800.000 euro da concessioni edilizie “palesemente non accertabili nell’anno”.
LE REPLICHE
Vincenzo Emanuele, presidente dell’Irfis, contattato da LivesiciliaCatania, si dice “sereno”. “Non posso essere accusato -dice Emanuele- di aver tentato di salvare Catania durante i miei pochi mesi di commissario dopo le dimissioni di Scapagnini. La richiesta di rinvio a giudizio è un atto dovuto, il Pm aveva già chiuso le indagini, sono sicuro che il Gip riuscirà a chiarire l’intera vicenda”. Emanuele tiene a sottolineare “l’assoluto rigore di ogni procedura posta in essere anche perché ho lavorato soltanto per il risanamento del Comune”.
L’ex assessore al Bilancio Gaetano Tafuri non ci sta. “Per il mio operato di assessore al Bilancio -dice Tafuri a LivesiciliaCatania- sono stato già assolto nell’altro processo sui rendiconti finanziari, sono assolutamento sicuro di quello che ho fatto e della totale estraneità ad ogni ipotesi investigativa”.
Umberto Scapagnini, contattato da LivesiciliaCatania, ha assicurato un intervento in mattinata.