Omicidio La Duca, ergastolo agli amanti diabolici di Cerda

Ucciso e sparito nel nulla. Ergastolo per gli “amanti diabolici” di Cerda

L'accusa regge anche in appello

PALERMO – Anche per la seconda sezione della Corte di Assise di appello Luana Cammalleri e Pietro Ferrara sono gli amanti diabolici di Cerda. Il collegio presieduto da Angelo Pellino ha confermato la condanna all’ergastolo: avrebbero ucciso e fatto sparire il corpo di Carlo La Duca, marito di lei e miglior amico di lui.

I due imputati avrebbero avuto una relazione clandestina e misero in atto il piano per sbarazzarsi della vittima, il cui corpo non è stato ritrovato. È sparito nel nulla il 19 gennaio 2019 dal piccolo paese in provincia di Palermo, dove aveva una piccola azienda agricola.

La Duca uscì di casa alle 8:07 per recarsi a Cinisi dove ad attenderlo c’era la nuova compagna. La relazione con la moglie era finita, resta oscuro il movente del delitto e la modalità di esecuzione. Prima di arrivare a Cinisi La Duca si fermò nel terreno di Ferrara nella borgata palermitana di Ciaculli. È qui, secondo la ricostruzione che ha retto al vaglio dei giudici di appello, che La Duca sarebbe stato assassinato.

agrumeto
L’agrumeto dove La Duca sarebbe stato ucciso

Il tragitto della macchina della vittima, una Wolkwswagen Golf, è stato monitorato grazie al Gps fino in via Salvatore Minutilla, a Cardillo, dove fu ritrovata. Pietro Ferrara, dunque, è stata l’ultima persona ad avere incontrato Carlo La Duca. Ci sarebbe stato lui al volante della macchina al posto della vittima. Subito dietro alcune telecamere hanno filmato la Fiat Punto bianca guidata da Luana Cammalleri.

Le auto di Luana Cammalleri e del marito, guidata da Pietro Ferrara

I due imputati avrebbero fatto di tutto per nascondere il loro appuntamento. Ad esempio il 4 marzo Pietro Ferrara diceva alla donna: “No… in quel giorno non ci siamo visti”. E lei aggiungeva: “… io all’impatto ho fatto finta di rimanere di ghiaccio… gli ho detto no”. Il riferimento era alle parole dette agli investigatori.

I parenti della vittima e la nuova compagna erano costituiti parte civile con l’assistenza degli avvocati Chiara Arpaia, Fabio Trombetta, Giovanni Allegra e Salvatore Pirrone. La Corte gli ha concesso una provvisionale immediatamente esecutiva a titolo di risarcimento danni.

“Non ho ucciso Carlo La Duca, era come un fratello. Quel giorno mi ha detto che aveva un appuntamento a Palermo con alcune persone di un consorzio agricolo per impiantare un mandorleto. Gli ho detto di stare attento alle truffe”, spiegò Ferrara. “Il silenzio sulla nostra relazione? Uno sbaglio che sto pagando”, aggiunse Cammalleri negando con forza di essere l’assassina.

Perché lo ha seguito fino a Cruillas? “Voleva sapere se avesse una relazione, come spendesse i soldi per avere una separazione più favorevole per lei. Aveva pure preso un investigatore privato. Qui ha visto che parlava con tre uomini ed è andata via”, raccontò Ferrara.

Erano tutti preoccupati della scomparsa di La Duca, ma non gli imputati che nell’immediatezza dei fatti nulla dissero dei tre misteriosi personaggi. “Ho detto a Luana di non dire niente – la giustificò Ferrara -. Mi spaventavo per lei, per le ritorsioni di queste persone. Lei viveva da sola con due figli. Le ho detto ‘dimentica questa cosa, non la dire”.

Anche Ferrara nascose il suo incontro con Carlo La Duca la mattina della scomparsa. Perché? “All’inizio non ho detto nulla (poi lo denunciò ai carabinieri, ndr) perché Carlo me lo aveva chiesto. Volevo tenere fede alla sua richiesta. Mi dicevo, domani torna”. Ed invece non è tornato, inghiottito in un buco nero.


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