Ergastolo per Roberto Russo |Condannato il padre omicida - Live Sicilia

Ergastolo per Roberto Russo |Condannato il padre omicida

Aveva ucciso la figlia di 12 anni.

la sentenza
di
3 min di lettura

CATANIA. Ergastolo per Roberto Russo. Così si è espressa pochi minuti fa la Corte d’Assise di Catania, presieduta da Maria Concetta Spanto, dopo circa tre ore di camera di consiglio. Nessuna attenuante dunque per il padre omicida, autore dell’efferato delitto della piccola Laura, la figlia di soli 12 anni colpita nel sonno a San Giovanni La Punta. Ergastolo la pena richiesta la scorsa udienza dal pubblico ministero Agata Santonocito e ribadita anche stamani durante le previste repliche. Per l’accusa non ci sarebbe spazio alcuno anche solo per ipotizzare il cosiddetto suicidio allargato, di cui mancherebbero i riscontri negli atti. Per la pm l’unica pena adeguata al reato commesso resta l’ergastolo. Anche per il difensore di parte civile Giuseppe Lo Faro non ci sarebbe spazio per attenuanti. Durante le repliche il legale ha evidenziato come il tentativo di suicidio, tuttalpiù, possa inquadrarsi in un tentativo di sottrarsi alle inevitabili conseguenze. La stessa amnesia sofferta dall’imputato, sempre per Lo Faro, sarebbe il risultato di una strategia difensiva, come evidenziato anche dai periti. Evidenziate invece ancora una volta dalla difesa, rappresentata dall’avvocato Mario Brancato, le patologie patite dal proprio assistito.

 LA TRAGEDIA. È la notte del 22 agosto del 2014 quando Roberto Russo, padre da poco separato, si arma di due grossi coltelli da cucina e colpisce le figlie di 12 e 14 anni. Entrambe dormono serene nel letto del padre. La più piccola, ferita gravemente, morirà poco dopo all’ospedale Cannizzaro di Catania. La quattordicenne, grazie anche all’intervento provvidenziale del fratello maggiorenne, si salverà dopo un delicato intervento chirurgico. Dopo aver colpito le figlie, Roberto Russo dirige contro di sé la lama. Rimarrà solo lievemente ferito. La notizia sconvolge l’intera comunità di San Giovanni La Punta. Davanti al gip l’omicida dichiara di aver agito per punire la moglie che aveva chiesto la separazione. Successivamente dichiarerà di non ricordare nulla di quella drammatica notte.

LE REAZIONI.

LE REAZIONI. “Nessuno e niente potrà riportare in vita Laura – commenta Giovanna Zizzo, la madre della vittima, presente in aula al momento della pronuncia della sentenza – Ma la decisione della Corte d’Assise di Catania rende giustizia a Laura così come la rende a Marika, a Emanuele, ad Andrea e a tutti noi che abbiamo vissuto questi anni con dolorosa e silenziosa sofferenza ma con l’incrollabile fiducia, riposta nei Giudici e nel Pubblico Ministero, che si sarebbe fatta piena luce su questa vicenda. Il nostro dramma resta e sarà per sempre incancellabile. Io, personalmente – conclude – continuerò la battaglia intrapresa affinché venga garantita la giusta pena agli autori di crimini così efferati”.

Una sentenza giusta anche per il legale Giuseppe Lo Faro. “Non si può essere felici né si può gioire dinanzi a pronunciamenti giudiziari involgenti vicende tragiche che impongono la pena dell’ergastolo – spiega il difensore di parte civile – Epperò, la sentenza costituisce l’inevitabile approdo di un’articolata istruttoria che, pure in forza di doppia perizia psichiatrica, ha consentito di compiere definitiva chiarezza sui motivi di un’azione delittuosa meditata, pianificata e attuata, dal principio alla fine, con lucida determinazione e ostinata risoluzione”.

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI