PALERMO – Risale a pochi giorni fa l’ordinanza dell’assessore Marco Di Marco concernente le prime norme da adottare da parte dei gestori di pub e locali, dall’1 giugno al 30 settembre, in vista del regolamento generale sulla movida notturna. Ordinanza che ha già creato numerose reazioni di protesta e dissenso tra esercenti e consiglieri comunali che considerano la nuova norma “dittatoriale” e ne richiedono a gran voce la revoca.
Fra le tante voci che prendono parte alla discussione sulla movida ci sono anche quelle dei proprietari di pub. Quest’ultimi, insieme con dj, musicisti e pr, si sono riuniti nello spazio esterno del ristorante Hub di via Libertà. Toni accesi e parole al vetriolo durante l’assemblea, nel corso della quale i gestori hanno invitato l’amministrazione comunale ad avviare un dialogo con le associazioni per dirimere la questione e risolvere i punti di discontinuità: “È un provvedimento fatto in maniera drastica, sbagliata e caotica, senza tenere conto di tantissimi parametri – sottolinea Gigi Giordano, titolare dell’Hub – Il Comune deve tenere conto del parere dei gestori dei locali prima di attuare novità di ingente portata”.
Divergenze e attriti sulle motivazione addotte: “Nell’ordinanza si legge che il provvedimento è stato attuato anche per favorire la raccolta differenziata e ridimensionare l’inquinamento, mi sembra, però, un motivo buttato lì a caso quando la città è piena di zone scoperte e sprovviste del servizio di raccolta – continua il padrone di casa – gli orari, poi, sono troppo rigidi. È surreale dover chiedere alle persone di andare via a mezzanotte o comunque di far scappare i clienti in quanto senza l’ausilio della musica di sottofondo non si riescono a coprire neppure i rumori tecnici: la forchetta che cade, il bicchiere che si rompe. Piccole criticità che risultano sgradevoli all’ospite”.
Non un muro a muro con l’amministrazione, dunque, quello intrapreso dai commercianti, ma una discussione puntuale tra tutte le parti in causa per rimodulare il provvedimento secondo le esigenze del settore: “Non ci si può svegliare una mattina e decidere cosa chiudere e cosa no, c’è bisogno di una dialogo chiaro e di un coordinamento con le parti in causa – sentenzia Eduardo De Filippis, consigliere della settima circoscrizione – È giusto regolamentare, ma con un provvedimento che tenga conto delle varie voci presenti sul campo. Non vogliamo che questa ordinanza venga ritirata, bensì modificata”.
La critica principale è rivolta al trattamento adottato dalla Giunta comunale che mette sullo stesso piano i possessori di licenza e gli abusivi. “Non si può fare di tutta l’erba un fascio. -continua De Filippis – Il Comune dovrebbe condurre una battaglia contro gli abusivi e contro quei posti dove vige uno stato totale di illegalità e non prendersela con la gente onesta che lavora avendo tutte le carte in regola”.
Punto di discussione e confronto a detta degli esercenti, inoltre, il processo di “recessione” innescato dalla giunta comunale: “Orlando tiene sempre a precisare che Palermo è candidata ad essere capitale europea della cultura, in realtà però con i provvedimenti attuati di volta in volta, questa città sembra essere candidata a tornare al regno delle due Sicilie – afferma Mario Caminita, speaker radiofonico e direttore di Radio Time – Bisogna iniziare a restituire la città al ceto medio, rivalutare il centro storico, riqualificare le attività produttive e non continuare nel segno di una politica mirata ad escludere le attività dal contesto sociale”.
Dello stesso avviso anche Antonio Ferrante, presidente associazione Efatà: “Palermo è sempre più una città per vecchi, burocrati e baroni, una città che di mattina è parcheggio e di notte è dormitorio – sentenzia Ferrante – Non c è spazio per i giovani, dobbiamo lanciare il messaggio che ci sono due Palermo, una che vuole conservare e una che vuole costruire”.
Ad intervenire sull’ordinanza sindacale dell’assessore comunale alle Attività Produttive, anche il consigliere e capogruppo dell’Udc, Giulio Cusumano che si dichiara in forte opposizione con le misure adottate dall’amministrazione: “Le norme sono contraddittorie e, come spesso accade, con un animo vessatorio nei confronti di commercianti ed esercenti colpiti da una crisi economica senza precedenti”.