PALERMO – Essere omosessuali aiuta a governare. Parola di Rosario Crocetta. Il presidente della Regione, nella conferenza stampa di presentazione del Gay Pride 2014 di Palermo, non si è risparmiato annunciando la presenza del gonfalone di Palazzo d’Orleans al corteo di sabato portato dai Forestali.
“Io non sono il primo presidente di Regione omosessuale, così come non sono stato il primo sindaco – ha spiegato il governatore in conferenza stampa – a chi vogliono darla a bere? Il mondo è pieno di criptochecche, alcune consce e altre inconsce”. Crocetta ha annunciato la partecipazione ufficiale della Regione al corteo a tinte arcobaleno che da piazza Marina arriverà sino al Castello a Mare perché “la società deve rimuovere gli ostacoli alla piena parità dei cittadini. Personalmente non voglio il matrimonio, perché non credo nei rapporti monogamici, ma è un diritto che va affermato per chi ne sente il bisogno. Gli omosessuali non hanno bisogno di tolleranza, vogliono essere uguali ma in modo differente, rivendicando il diritto al proprio modo di essere. Mi hanno chiesto nei giorni scorsi se esiste un ‘gay power’, come se ci fosse chissà quale filo conduttore che collega le scelte sessuali delle persone. Essere omosessuale è un vantaggio nella gestione della cosa pubblica, il mondo omosessuale esprime una creatività gioiosa nella società che può concorrere al buon governo”.
Insomma, gay è meglio anche quando si tratta di sedere sulle poltrone che contano: “Quando due omosessuali parlano in privato c’è un gioco di ironie, finzioni, intelligenze, creatività che è diverso da quello che si dice in pubblico”. Il governatore non ha mancato di rifilare una stoccata al Commissario dello Stato (“Trovo osceno che abbia impugnato la norma, simile a quella dell’Emilia-Romagna, che dava alle coppie di fatto gli stessi diritti di quelle regolarmente sposate in chiesa o in municipio”) e ha poi annunciato interventi dopo la manovra all’esame dell’Ars: “Dopo la Finanziaria il tema è quello dei diritti delle coppie di fatto – ha spiegato – non possiamo escludere le coppie di fatto dai contributi, serve una legge nazionale che è già parte del programma del governo Renzi”.
“Voglio la bandiera della Regione al corteo, così vediamo che dicono i bacchettoni – ha concluso il governatore – le istituzioni non possono essere indietro rispetto ai cittadini. L’idea di libertà non può essere celata o nascosta, le istituzioni non possono essere neutrali ma devono rimuovere gli ostacoli alla parità”.