"Io sono diventata la tua farfalla" - Live Sicilia

“Io sono diventata la tua farfalla”

Il ricordo di una mamma per la figlia che non c'è più

Il ricordo di una mamma per la figlia che non c’è più. La lettera di Ester Bonafede.

“Carlotta socchiuse i suoi occhi bellissimi poiché la luce, da li dove Lei era, si rivelava abbacinante e cominciò a scrivere a Sua madre:
-Cara mamma
Oggi è il mio compleanno.
‘I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perché’ (Mark Twain), ed io so perché sono nata e lo sai bene anche Tu…
Sono contenta di Te, hai superato finora tutte le prove a cui sei stata sottoposta dalla vita e lo hai fatto sempre obbedendo alla volontà di Dio;
Io ne sono la testimonianza.
Tu che hai vissuto prevalentemente per noi figli hai dovuto rinunciare a me
Hai dovuto abituarti a non vedermi, a non baciarmi, a non ridere con me.
Hai accettato di non assistere alla mia crescita e di non vedermi divenire a mia volta madre.
E’ stato difficile vero mamma…
Chi ti osserva dall’esterno a volte, non conosce il tuo dolore e la tua forza, ogni tanto intercetti anche la crudeltà, ma tu, non ti amareggiare della miseria umana; ricordi cosa ti dicevo da bambina? ‘Il cattivo è colui che è prigioniero del diavolo’ e non sapevo quanto questa intuizione della mia innocenza, fosse vicina alla stessa etimologia della parola ‘Captivus’.
Ed un prigioniero non ispira vendetta, ispira perdono poiché è il proprio carnefice.
Quanta sofferenza nel mondo quanta crudeltà quanta ferocia, la guerra…
eppure ad ogni istante c’è uno spiraglio di pietà, di tenerezza, di amore, di redenzione, di fratellanza per ogni essere umano che si rammenta che: ‘Lo scopo della vita è quello di darne uno alla morteì come scriveva Edoardo Boncinelli da studioso genetista e filosofo, consapevole del miracolo del progetto umano.
Sono passati trentasei anni dalla mia nascita e quasi ventidue dalla mia trasformazione in angelo del cielo.
Ricorda mamma lo scriveva uno fra i tuoi scrittori preferiti, F Dostoevskij:
‘Ama la vita più della sua logica solo allora ne capirai il senso’.
Ti sei domandata spesso che senso avesse la tua sopravvivenza dopo la mia morte e stranamente, nell’essere comunque una donna, hai guardato con sollievo i giorni che trascorrevano lasciando rughe noncuranti su di te, come se il tempo fosse solo una strada per raggiungermi.
Tante cose hai ancora da fare:
Sii gentile con chi non comprende il perché dai un peso irrilevante ai fatti dell’esistenza umana che non contengono il valore dell’amore, a chi mette al centro della propria vita il proprio ego anche attraverso l’affermazione dell’ effimero,
Tu insieme al dolore, hai conquistato la consapevolezza di quell’aforisma che recitavamo insieme: ‘Ciò che per il bruco è la fine del mondo, il poeta la chiama una farfalla’
Ed allora continua a vivere questa poesia mamma :
Io sono diventata la Tua Farfalla.


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