Esterni, "obbligati" o comandati | I dirigenti sulle poltrone vuote - Live Sicilia

Esterni, “obbligati” o comandati | I dirigenti sulle poltrone vuote

I burocrati ci sono, ma alcune strutture restano senza guida. Come il governo intende risolvere la questione.

PALERMO – Trasferimenti forzati, chiamata di “comandati” o di esterni della Regione. L’obiettivo? Quello di andare a riempire tutte le caselle di dirigenti dell’amministrazione rimaste vuote. Il governo regionale si muove in più direzioni per risolvere un problema emerso con forza pochi giorni fa all’Ars.

I trasferimenti “forzati”

Pochi giorni fa, la giunta ha approvato la delibera con le indicazioni necessarie al dirigente generale del dipartimento alla Funzione Pubblica. Prima si dovrà capire se ci sono dirigenti che vogliono spostarsi volontariamente nei dipartimenti con i posti vacanti, poi si procederà all’affidamento forzato. Il dirigente potrà dire di no ma da quel momento “rischierà” il posto di lavoro.

Per l’assessore alla Funzione Pubblica Bernadette Grasso però “non è detto che questa soluzione risolva il problema dell’assenza di dirigenti in alcuni settori dell’amministrazione. Per questo la norma sul comando dei dirigenti da altre amministrazioni regionali approvata dall’Ars è una strada che occorrerà percorrere”. E non solo. “Infatti – così come ha spiegato a LiveSicilia l’assessore Grasso – la delibera non cambia le intenzioni del governo annunciate in aula dal presidente Musumeci e cioè quello di procedere a una riforma organica della dirigenza i cui inserire le norme sui passaggi di fascia e quelle sugli esterni.  Questo sarà fatto – ha precisato Grasso – perché stiamo realizzando una riorganizzazione dell’amministrazione e non significherà che la Regione comincerà a fare chiamate dirette. Nessuna assunzione sarà fatta senza concorsi”.

Il tema nonostante tutto così rimane sempre lo stesso: alla Regione mancano i dirigenti. In realtà ci sono ma in alcuni particolari servizi nessuno vuole andare. Il problema, come detto, è stato sollevato all’Ars durante il dibattito parlamentare che riguardava la possibilità di approvare una norma con cui la Regione avrebbe potuto assumere dirigenti esterni nel limite dell’8 per cento della propria dotazione organica:  potenzialmente fino a 100 dirigenti.

In quell’occasione il presidente della Regione ha raccontato, per l’ennesima volta, dell’impossibilità di trovare i dirigenti per la copertura di sei servizi al Dipartimento rifiuti. Un problema che stando a un’altra norma sulla chiamata in comando dei dirigenti, approvata nell’ultima seduta d’aula, però riguarderebbe anche il dipartimento al Bilancio. “Mi affido al Parlamento – ha detto in aula il presidente della Regione Nello Musumeci nella seduta del 18 luglio -, mi dia il Parlamento gli strumenti perché io possa assicurare la copertura di sei servizi al Dipartimento rifiuti, me lo dia il Parlamento questo strumento. Confesso e ammetto la mia ignoranza; se esistono strumenti e percorsi alternativi rispetto a quelli che noi abbiamo immaginato”.

Proprio lo stesso giorno, però, il 18 luglio, la giunta ha approvato l’atto che prevede l’affidamento d’imperio dei dirigenti alle strutture. Così, anche se l’assessore Grasso ha spiegato che il dibattito dell’aula era totalmente slegato da quanto portato avanti dall’esecutivo e che non è detto che l’applicazione della delibera porti a una soluzione, viene da pensare che una strada da percorrere c’era. E infatti è stata seguita.

Stop agli incarichi di consulenza

Nella delibera l’esecutivo regionale impone anzitutto il blocco degli incarichi di consulenza e studio ai dirigenti. Fin quando non saranno coperte tutte le sedi dirigenziali rimaste vuote per i dirigenti generali ci sarà il divieto di dare incarichi a professionisti. Nella delibera sono previste inoltre alcune indicazioni per il dirigente generale del dipartimento alla Funzione pubblica. Anzitutto occorrerà capire quali dirigenti sono rimasti senza incarico poi si attiveranno le procedure dell’articolo 45 del contratto di lavoro dei dirigenti regionali.

Dopo 60 giorni dalla ricognizione si procederà all’assegnazione forzata nelle strutture regionali rimaste vuote di tutti quei dirigenti che non hanno un contratto firmato. A quel punto il dipendente avrà due strade: o firmare il contratto per l’incarico affidato che gli sarà sottoposto entro cinque giorni, oppure non firmare. Cominceranno allora i diciotto mesi di aspettativa senza assegni e se questo tempo spirerà senza che si sia firmato alcun contratto allora si arriverà alla fine del rapporto di lavoro.

I tempi come visto però sono lunghi. Dovrebbero passare infatti almeno tre mesi prima di potere capire quanti dirigenti siano rimasti senza incarico e poi ancora, dovrebbe passare un anno e mezzo senza che ci sia il bisogno di coprire un incarico lasciato via magari da uno dei dirigenti che nel frattempo andrà in pensione. Insomma, l’ipotesi che questa norma possa portare al licenziamento di qualcuno è lontana. La speranza è così che almeno qualche scrivania vuota sia riempita prima che alla Regione arrivino i nuovi dirigenti quelli che, dopo i concorsi, dovrebbero essere assunti.


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