Non fu estorsione | Scagionati tre imputati

Non fu estorsione | Scagionati tre imputati

In primo grado erano stati condannati a cinque anni ciascuno di carcere.

PALERMO – Non si trattò di estorsione, ma di esercizio arbitrario delle proprie ragioni. La riqualificazione dell’ipotesi di reato stravolge le sorti processuali in favore dei tre imputati.

Saro Filippo Balbestri e Pietro Messina, entrambi di Castelvetrano, e Vincenzo Modica, di Balestrate, in primo grado erano stati condannati a cinque anni ciascuno di carcere. Ora la quarta sezione della Corte d’appello di Palermo, presieduta da Mario Fontana, ha dichiarato “il non doversi procedere per difetto di querela”. Una volta caduta l’estorsione per contestare il reato di esercizio arbitrario sarebbe stato necessario che la vittima querelasse i presunti autori dell’azione violenta.

I fatti sono del 2010. La vittima, temendo per la sua incolumità, si rivolse ai carabinieri che lo autorizzarono a nascondere un registratore. Al rientro nella sua abitazione di Trapani l’uomo trovò i tre imputati ad aspettarlo con le peggiori intenzioni. Lo aggredirono verbalmente e l’intervento dei carabinieri evitò che la violenza divenisse fisica.

Alla fine è passata la tesi difensiva del legale di Modica, l’avvocato Igor Runfola, secondo cui, il suo assistito vantava un credito di 900 euro dalla presunta vittima che si rifiutava di restituire la somma. I tre imputati hanno trascorso più di un anno fra carcere e arresti domiciliari.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI