Invalido per schizofrenia| Inchiesta sull'estorsore-pensionato - Live Sicilia

Invalido per schizofrenia| Inchiesta sull’estorsore-pensionato

Santo Pitarresi, arrestato nell'operazione che ha sgominato le famiglie mafiose della Noce, incassava la pensione di invalidità totale. Eppure era tra i più attivi nella riscossione del pizzo. Un video lo inchioda.

Il retroscena del blitz
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PALERMO – Un’inchiesta nell’inchiesta. Come ha fatto l’estorsore a ottenere una pensione di invalidità per schizofrenia? Di schizofrenia soffrirebbe, infatti, Santo Pitarresi, finito in carcere nel blitz della polizia che ha azzerato il mandamento della Noce.

I poliziotti della Squadra Mobile lo hanno filmato prima mentre raggiungeva un cantiere in sella ad uno scooter. Poi, mentre spiegava ad un impiegato dell’impresa edile impegnata nella ristrutturazione di una facciata che “ci sono i bambini che devono campare… lei sta mangiando… lei è venuto qua in modo assoluto.., giusto è? Assoluto. Non è che altri non lo potevano fare questo lavoro… giusto è? E mangiamo tutti”. Insomma, voleva i soldi del pizzo. Un messaggio chiaro, lucido, che cozza con il quadro clinico dell’uomo che, carte alla mano, avrebbe dovuto perdere la lucidità nel lontano 2000. Insomma, agli investigatori che lo hanno monitorato è sembrato tutto tranne che un soggetto schizofrenico.

Ricostruiamo i passaggi burocratici che hanno consentito a Pitarresi di essere dichiarato invalido al cento per cento. Tanto da incassare una pensione mensile di euro 277,90 e un assegno di accompagnamento di euro 492,97, per un totale di euro 770,87. La documentazione del suo caso è custodita all’Inps e in Prefettura, all’Ufficio invalidi civili. C’è un primo verbale di visita collegiale del 15/11/1999 che gli riconosce l’80% per cento d’invalidità per tre anni. Nell’ottobre del 2000 il medico di Pitarresi, con studio nella zona di corso Camillo Finocchiaro Aprile, firma una relazione in cui scrive che “il soggetto per le condizioni psicologiche e per le continue crisi necessita di assistenza continua non essendo in grado di svolgere alcune attività lavorative, di ottenere condizioni di autosoccorso, né di chiedere soccorso, di adempiere alle normali attività quotidiane della vita, di relazionarsi con la società”. Il 14 marzo del 2001 la commissione medica dell’Azienda sanitaria gli riconosce l’invalidità totale. E così arriva il decreto della Prefettura che dà il via libera al pagamento, passando l’incartamento all’Inps. Una procedura andata in soffitta nel 2010. Le prefetture ormai non ha più alcun ruolo nell’assegnazione delle pensioni di invalidità civile. Se ne occupa solo l’Inps.

Pitarresi era davvero affetto da schizofrenia oppure ha fatto carte false per ottenere la pensioni? E se le ha fatte su quali complicità ha potuto contare? La polizia sta indagando. Ha già acquisto la pratica di Pitaressi che, almeno a giudicare dalle recenti indagini, aveva ottime capacità di relazionarsi con gli altri. Solo che le avrebbe sfruttate nel peggiore dei modi. Per chiedere il pizzo.


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