Eternit all’ex Fonderia Basile | Il Comune: “Intervento troppo costoso” - Live Sicilia

Eternit all’ex Fonderia Basile | Il Comune: “Intervento troppo costoso”

L'ex fonderia Basile

Le coperture in amianto dei capannoni industriali dell’ex fonderia Basile sono grandi quanto la metà di un campo di calcio. I residenti sono spaventati per la loro salute e attraverso una petizione chiedono un intervento immediato. Senza uno stanziamento di almeno 80 mila euro, però, il Settore Ambiente non può fare granché, a parte “un intervento parziale nei punti più danneggiati”.

Via del tiro a segno
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PALERMO – Duemiladuecento metri quadri di amianto che, per capirsi, equivalgono alla metà di un campo regolamentare della Serie A di calcio. È questa l’estensione delle coperture, interamente realizzate con il pericoloso materiale, dei capannoni dell’ex fonderia Basile. Un pezzo di archeologia industriale compreso fra il canile municipale di Palermo, la missione “Speranza e carità” di Biagio Conte e i condomini di via Archirafi 29, via Michele Cipolla 106 e via Antonio Ugo 127. Da anni i residenti esasperati combattono la loro battaglia per ottenere la rimozione, o perlomeno la messa in sicurezza, dell’eternit. La richiesta è stata invano ripresa dalle mozioni saltuariamente presentate da consiglieri comunali e di quartiere, ma senza alcun risultato visibile.

Adesso le 70 famiglie della zona si stanno muovendo con una petizione che ha già raccolto 300 firme e che intendono indirizzare all’Asl, all’Assessorato regionale Territorio e Ambiente, all’Arpa Sicilia, al sindaco Leoluca Orlando e perfino alla Procura della Repubblica, anche se “non abbiamo ancora deciso se perseguire la strada giudiziaria”, dice la loro rappresentante Calogera Augello, tra i promotori della petizione e residente in via Archirafi. “Abito qui da tre anni – continua la signora – e fin da subito mi sono rivolta alle istituzioni con numerose segnalazioni, ma non è mai intervenuto nessuno.Siamo tutti molto spaventati perché l’amianto è costantemente esposto alle intemperie e si sa che quando è ammalorato produce fibre pericolose per l’uomo: la loro inalazione ci espone a patologie gravi. Non intendiamo fermarci: andremo avanti finché non ci verrà prospettata una soluzione concreta”.

Proprio negli scorsi giorni Stephan Schmidheiny, principale imputato al processo contro la multinazionale Eternit, è stato condannato in appello a 18 anni per disastro doloso e omissione di cautele antinfortunistiche. “Alcuni dei capannoni si trovano a soli otto metri dalle nostre abitazioni – dice il capocondominio della palazzina di via Cipolla –. Fino a qualche tempo fa queste strutture erano assegnate alla missione di Biagio Conte, che ne aveva ricavato dei laboratori di artigianato e riciclo di carta e tessuti, ma data la situazione l’Asl ha fatto chiudere l’attività e ora utilizzano un solo capannone come parcheggio per alcuni dei loro mezzi”. Nondimeno mettere in sicurezza o direttamente rimuovere il “campo” di eternit non sarà così semplice. Dovrebbero farlo gli stessi proprietari dell’ex fonderia, ma dal Settore Ambiente del Comune fanno sapere che “la ditta è in fallimento e non può occuparsene.

Potrebbe intervenire l’Amministrazione in danno ai privati, ma sono soldi che presumibilmente non verrebbero mai recuperati. Inoltre, trattandosi di una copertura, l’intervento non potrebbe limitarsi alla semplice rimozione ma dovrebbe prevedere una sostituzione ex novo di quella già presente, con enormi spese aggiuntive”. “Nel 2006 la Giunta aveva manifestato tramite delibera l’intenzione di espropriare questo immobile – spiegano da Palazzo delle Aquile – per concederla alla missione, si è pensato anche a un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti. Ma l’ipostesi è rimasta solo sulla carta perché non si sono mai trovate le risorse necessarie. Per l’intervento di dismissione complessiva, che in ogni caso non può partire se prima il Tribunale non assegna questo compito al Comune, servirebbero tra gli 80 e i 100 mila euro.

Nel breve termine un intervento di questa portata è molto difficile. Ci attiveremo immediatamente per effettuare un sopralluogo dell’area e valutare la possibilità di una parziale messa in sicurezza con un budget limitato dei punti più danneggiati o ammalorati, tenendo presente che anche questo intervento non è facile perché le coperture sono poste a un’altezza fra gli otto e i dieci metri. Il Settore Ambiente è disponibile a dare riscontro a tutte le richieste e le esigenze avanzate dai residenti nel rispetto del principio fondamentale della tutela della salute pubblica”.


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