Etnea Autoservizi, revocata la confisca: boss non fu socio occulto - Live Sicilia

Etnea Autoservizi, revocata la confisca: boss non fu socio occulto

Il provvedimento sui beni di Antonio Tomaselli, uno degli ultimi capi del clan Santapaola Ercolano
CORTE D'APPELLO DI CATANIA
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CATANIA – Secondo la Corte d’appello di Catania, il mafioso cinquantasettenne Antonio Tomaselli, nonostante si trovi al 41 bis e nonostante sia gravemente malato, sarebbe ancora socialmente pericoloso. Per questo è stata confermata per lui la misura di prevenzione personale. Non a caso, del resto, è ritenuto uno degli ultimi boss conosciuti del potente clan Santapaola Ercolano.

Nel confermare la misura personale, però, i giudici hanno anche accolto il ricorso della difesa e dissequestrato parte del consistente patrimonio, stimato in 5 milioni di euro, che era stato congelato dal Gico della Guardia di Finanza nel 2019. I giudici hanno disposto la revoca della confisca della Etnea Autoservizi S.a.s., la società creata dai genitori di Tomaselli, che gestisce un’attività di autorimessa e garage non distante dalla Villa Bellini.

La tesi del “socio occulto” non regge

È caduto in appello l’assunto secondo cui Tomaselli, della società dei genitori, sarebbe stato una sorta di “socio occulto”. E anche per questo della società è stata revocata la confisca. Una tesi, quella dei giudici di primo grado, che era stata bollata come “risibile” dal legale di Tomaselli, l’avvocato Giorgio Antoci.

Nel ricorso il penalista aveva evidenziato come il suo cliente non fosse “certo l’extraneus che attraverso la conoscenza dimostra di essersi infiltrato in un’azienda sana”. Tomaselli, dato innegabile, è “il figlio della coppia che ha gestito, sin dal 1975, il detto compendio aziendale”.

La revoca della confisca, oltre che del 100 per cento della società, riguarda pure i beni costituiti in azienda, compreso il garage che è intestato a un istituto di credito. Il decreto è della seconda sezione penale della Corte d’appello, sezione misure di prevenzione, presieduta da Maria Paola Cosentino, consigliere Antongiulio Maggiore, consigliere estensore Antonella Bacianini.

Confermata la confisca della Conti calcestruzzi Srl

I giudici non hanno revocato invece la confisca della Conti calcestruzzi srl di Misterbianco, società che fabbrica prodotti in calcestruzzo per l’edilizia. Non era stata impugnata. Le Fiamme Gialle hanno ipotizzato la “mafiosità” dell’impresa sotto un duplice profilo.

Lo sarebbe “geneticamente”, “in quanto frutto dell’attività illecita di Tomaselli” e occasione di reimpiego di “proventi delle attività delittuose”. Inoltre si sarebbe “imposta sul mercato per le forniture di calcestruzzo a discapito di imprese concorrenti”. E “proprio in ragione del ruolo apicale nel contesto criminale catanese di Tomaselli”. Anche in questo caso era ritenuto un socio occulto.

Tomaselli, mai “dissociato dalla compagine criminosa”

Antonio Tomaselli, come detto, è attualmente detenuto al 41 bis. E’ ritenuto uno degli ultimi boss conosciuti del potente clan Santapaola Ercolano, legato a Enzo Santapaola e Aldo Ercolano. Nello specifico, secondo gli inquirenti, avrebbe comandato gli affari mafiosi catanesi in veste di reggente, sostanzialmente, tra il 2016 e il 2017.

Nel 2017 poi finì in prigione nella cosiddetta operazione Chaos, condotta dal Ros. La difesa aveva contestato l’assunto relativo alla sua ipotetica pericolosità sociale. Ma secondo i giudici “non emerge alcun elemento che indichi una dissociazione del Tomaselli dalla compagine criminosa di appartenenza”.


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