"Europee e poi subito al voto | La destra è fuori dai giochi" - Live Sicilia

“Europee e poi subito al voto | La destra è fuori dai giochi”

Ignazio Corrao

Parla il capolista dei Cinquestelle nella circoscrizione Isole: "Siamo il primo partito, le elezioni saranno un test. Poi, Crocetta vada a casa". E sul Pd, Forza Italia e Tsipras dice...

Intervista a Ignazio Corrao
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4 min di lettura

PALERMO – A soli trent’anni è il più giovane tra i candidati nella lista per le Isole del Movimento 5 Stelle. Uno dei più giovani, in realtà, tra tutti i candidati siciliani e sardi a queste elezioni europee (lo supera solo Ylenia Citino, candidata con Forza Italia, che di anni ne ha ventisei). Ignazio Corrao, classe 1984, ha girato l’Isola in autostop, zaino in spalla. In un mese e mezzo ha speso poco più di mille euro, “meno di quanto spende un qualsiasi candidato del Pd in mezza giornata”, dice. E pensare che, all’inizio, non aveva neanche superato le “primarie” online che avrebbero decretato la composizione della lista. Ma la rinuncia di uno dei candidati lo ha fatto entrare all’ultimo minuto. Adesso è capolista. “Solo una questione alfabetica”, assicura.

Dopo le chiederò anche delle primarie sul blog di Grillo. Puntate a essere il primo partito in Sicilia?
“Noi non siamo un partito”.

Mi perdoni, la prima forza politica.
“Sì, lo saremo”

E sa dirmi perché, secondo lei?
“Gli altri partiti sono trincerati dietro il voto militare dei propri elettori, non hanno un vero consenso popolare”.

Batterete anche il partito di quelli che domenica non andranno a votare?
“Quella, in realtà, è la vera sfida. E non credo che ce la faremo. Ma del resto non è colpa nostra”.

E di chi?
“Della scarsa informazione. Se la gente fosse davvero informata su cosa stiamo facendo, abbiamo fatto e vorremmo fare, non avrebbe dubbi. Ma la televisione manda continuamente messaggi negativi, getta fango su di noi e in più bisogna considerare anche che i cittadini, ormai, hanno perso il valore civico del voto. Il nostro lavoro lo facciamo nelle piazze, e le assicuro che lì andiamo fortissimo. Senza contare che siamo l’unica forza in campo che i candidati li ha fatti scegliere alla base”.

Ecco, le primarie. E’ vero che siete gli unici ad averle fatte, ma i dati della partecipazione non sono stati più alti del solito, e poi ci sono state molte polemiche su come sono state gestite. Penso all’endorsement di Riccardo Nuti a “urne” ancora aperte.
“Beh sì, quello era da evitare. Ma sono cose che possono succedere, gli errori si fanno per non commetterli più. Il risultato, però, mi pare sia stato più che positivo: siamo tutti attivisti di lunga data con ottimi titoli, siamo tutti sconosciuti, è vero, ma alle procure. I dati della partecipazione? Non dimentichiamo che le elezioni europee non sono ‘sentite’ come quelle regionali o Politiche, ma la gente poco a poco si abituerà anche ai meccanismi della Rete, e la partecipazione aumenterà sempre di più”.

Beh, saranno anche “poco sentite”, ma questa tornata elettorale ormai ha assunto un significato ben preciso, che tutti non fanno altro che ripetere: il famoso “referendum su Crocetta”.
“E’ vero, e non solo su Crocetta, ma su Renzi. Più che un referendum, però, lo definirei un test. E questa prova sta facendo aumentare l’interesse che c’è verso questa sfida. Il voto di domenica sarà un voto storico. Forse il più politico degli ultimi anni”.

Cosa farete se questo test il presidente della Regione non lo supererà?
“Il presidente Crocetta ormai è finito. Non lo dico io ma i cittadini. Ieri sera è stato fischiato persino alla festa di chiusura della campagna elettorale di Michela Stancheris. Nessuno si fida più di lui, la gente non ne può più. Noi abbiamo sempre dato la nostra disponibilità a collaborare con lui. Ma proposte, il governatore, non ne ha più. Non è riuscito neanche ad istituire il fondo per il microcredito per il quale non servivano nemmeno soldi, visto che li mettevamo noi. Per questo stravinceremo. E dopo le europee bisognerà fare solo una cosa: tornare al voto”.

E se, invece, in Sicilia vincesse il Pd?
“Non credo che succederà. Se avessero candidato altre persone, forse…”

A chi si riferisce?
“I candidati nella lista del Partito democratico fanno tutti parte dell’establishment del partito, li hanno scelti nei loro caminetti, non hanno consenso tra le persone. Neanche tra chi ha la tessera del Pd. So che molti hanno deciso di non votare”.

E della destra? Non siete preoccupati del ritorno di Berlusconi?
“Di chi? La destra nemmeno si qualifica. Noi riempiamo le piazze, loro le galere”.

Eppure, stando al programma elettorale, con qualcuno avete qualcosa in comune. Penso alla Lista Tsipras. Entrambi lottate contro un’idea ben precisa di Europa.
“E’ vero, lottiamo contro questa Europa. Noi siamo per l’Europa dei popoli, per l’idea iniziale di Unione europea. Un’idea mai rispettata. Con Tsipras molte cose ci accomunano. Lui sta facendo un po’ il nostro lavoro in Grecia, ma la lista in Sicilia è fatta da gente rimasta fuori dalle segreterie di partiti della sinistra radicale. Lo spazio di Alexis Tsipras, in Italia lo occupiamo già noi”.

 


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