Quattro donne e altrettanti uomini nella lista del Partito democratico alle elezioni europee del 6 e 7 giugno ufficializzata oggi. Come era stato annunciato nei giorni scorsi, nella circoscrizione Sicilia e Sardegna la capolista sarà Rita Borsellino. La sorella del magistrato ucciso da Cosa Nostra ha accettato la proposta avanzata dal segretario nazionale dei democratici, Dario Franceschini, dopo un periodo di riflessione ed un confronto con gli aderenti al movimento Un’altra storia. Per lei un posto da indipendente.
Al secondo posto un’altra donna, la nuorese Francesca Barracciu, che dal comune di Sorgono e dal consiglio regionale sardo tenta la strada per Strasburgo. Il terzo in lista è il parlamentare regionale catanese Giovanni Barbagallo, chiamato a provare la sfida europea dopo la rinuncia del senatore Enzo Bianco.
A seguire, ancora una donna: Mariolina Bono, ex vicesindaco di Sciacca. Quindi, un amministratore locale di comprovata esperienza ma di recente annessione al Pd, ovvero il primo cittadino di Gela, Rosario Crocetta, che in un primo momento aveva rischiato di restare fuori dai giochi a causa dell’incompabilità con la carica di sindaco, superata solo grazie ad una deroga concessa dai vertici nazionali del partito.
Al sesto posto è stata inserita la giovane messinese Maria Flavia Timbro, poi il sassarese Bruno Dettori ed in chiusura l’ex segretario regionale della Cgil, Italo Tripi, che ha lasciato l’incarico alla guida del sindacato al momento dell’accettazione della candidatura.
Intanto, si definiscono anche le liste per le elezioni amministrative che si svolgeranno contemporaneamente alle europee in molti comuni dell’isola. Un’alleanza anomala è stata già sancita a Sciacca, dove ieri Pd, Udc, Mpa e pezzi del Pdl hanno raggiunto un accordo per sostenere lo stesso candidato sindaco che sarà contrapposto all’uscente Mario Tortorici, esponente del Pdl.
A rappresentare questa variegata compagine dovrebbe essere un candidato individuato tra una rosa di nomi. Intanto, però, è già scoppiata la polemica perché il gruppo consiliare del Pdl alla Provincia di Agrigento, ha chiesto al presidente dell’ente locale, espressione dell’Mpa, “una conseguente presa di posizione, tenuto conto della maggioranza che in atto lo sostiene ma che per coerenza potrebbe non farlo più”.
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