CATANIA – Abuso d’ufficio e falso. Sarebbero queste le accuse per le quali negli ultimi due anni la procura etnea ha indagato sull’ingegnere Biagio Bisignani, direttore dell’ufficio Urbanistica del Comune di Catania. Pochi giorni fa, Bisignani e un funzionario della stessa direzione sarebbero stati raggiunti da un avviso di conclusione delle indagini per il caso della costruzione del supermercato Eurospin in via Sabato Martelli Castaldi, nel quartiere di Cibali.
La notizia dell’apertura del fascicolo da parte degli uffici di piazza Verga era stata diffusa a dicembre 2019 da LiveSicilia, poco tempo dopo l’inizio dei lavori nell’area verde nei pressi del viale Mario Rapisardi. Una zona particolare, poiché adiacente al cosiddetto Centro direzionale Cibali, cioè la porzione di terreno di 18 ettari su cui il vecchio piano regolatore generale, quello del 1969, prevedeva una imponente colata di cemento. L’Eurospin costruito e aperto a Cibali guarda tutta quell’area da vicinissimo e proprio per questo motivo, sin dai giorni in cui era solo cantiere, quei lavori hanno attirato l’attenzione di molti. Tra questi anche il Movimento 5 stelle: nove esponenti pentastellati (dai consiglieri di quartiere a un eurodeputato) avevano presentato un esposto in procura denunciando “procedure irregolari“, a novembre 2019. Un mese dopo, i militari avevano fatto il loro ingresso negli uffici di via Biondi – sede dell’Urbanistica – e avevano portato via le carte del progetto e delle sedute di conferenza dei servizi durante le quali era stato discusso. Subito dopo, il cantiere era stato bloccato dal Comune prima per due mesi. E poi per 18.
La cronistoria
Il progetto del supermercato è stato presentato nel 2017 dalla Recosta srl, società che si è avvalsa della consulenza tecnica dell’ingegnere Santi Cascone. Quest’ultimo ex presidente dell’Ordine degli ingegneri, assessore ai tempi della sindacatura di Raffaele Stancanelli, ed “esperto” tenuto in grande conto sia dall’ex sindaco Enzo Bianco sia dal sospeso Salvo Pogliese.
Cascone, nella relazione con la quale sottopone al municipio il progetto del supermercato, cita una proposta di variante al piano regolatore generale approvata in giunta proprio dalla vecchia amministrazione Bianco e legata al vicino Centro direzionale Cibali: in buona sostanza, la giunta comunale nel 2017 immagina un nuovo progetto per quell’area nei pressi dello stadio, che prevede la variazione di destinazione d’uso e la costruzione di 156mila metri cubi di parcheggi, strade, palazzi ed esperimenti di social housing.
Secondo l’ingegnere incaricato dai privati, la variante approvata dalla giunta è un punto di partenza: se al Centro direzionale Cibali certe zone diventano a “uso residenziale-commerciale“, lo stesso può dirsi per le vicine aree del supermercato. Che, si legge nel documento della Recosta srl, “ricade in zona L del vigente Piano regolatore generale della città di Catania e risulta contrassegnato con la lettera S, edificio scolastico“.
Scuola o supermercato?
È su questo punto che la situazione si complica. Perché se quel terreno, da Prg, è edificio scolastico, come si fa a trasformarlo in un supermercato solo tramite una conferenza dei servizi e senza passare da una modifica del Piano regolatore generale? È questo uno dei punti evidenziati dal Movimento 5 stelle nell’esposto. Secondo le indagini, l’abuso d’ufficio starebbe nell’avere concesso il permesso di costruire. E il falso, invece, nell’avere attestato che le zone sui cui il supermercato è stato edificato avessero la giusta destinazione urbanistica.
All’articolo 21 delle norme di attuazione del Piano regolatore generale si parla della zona L. E si danno 13 possibili opzioni di costruzione, tra le quali mercati generali, mattatoi, centrali del latte, cimiteri, attrezzature sanitarie e impianti per istruzione media, professionale e superiore. Nelle norme di attuazione non si fa riferimento a lettere che contrassegnino spazi sulle mappe. Le lettere, invece, appaiono, invece, sulle tavole. Senza che vengano date ulteriori spiegazioni.
Su questo sembra giocarsi l’intera questione: se la S contenuta nelle tavole – certamente in alcune elaborazioni grafiche del 1978, non è chiaro se anche in quelle originali del 1969 – sia prescrittiva oppure sia una semplice indicazione di massima, come invece sostiene da sempre Bisignani. L’ingegnere, intanto, starebbe preparando le sue memorie difensive. Dopo si conosceranno le intenzioni della procura: se chiedere il rinvio a giudizio oppure archiviare il caso.