Ex Pip, indaga la Digos |20mila euro per un posto - Live Sicilia

Ex Pip, indaga la Digos |20mila euro per un posto

Esclusiva di Livesicilia
di
3 min di lettura

Ventimila euro per entrare nella grande famiglia degli ex pip. Per diventare un precario. Gli sciacalli che sfruttano la miseria dei senza lavoro sono già in servizio. Girano nei quartieri popolari di Palermo e promettono posti di lavoro. Pagati a caro prezzo. La storia che vi raccontiamo è vera, nella sostanza e nella forma. Come vera la voce di chi ce l’ha riferita. Di fantasia sono i nomi, per tutelare il diritto alla dignità di tutti i cittadini.

Piera ha poco più di cinquant’anni e un tumore che le sta divorando il corpo. La disperazione di chi combatte con la morte attira gli sciacalli. Che hanno il volto dei mammasantissima del quartiere. Quanto si è disposti a pagare per avere la certezza, o quasi, che tuo marito possa campare i tuoi figli? Le chiedono ventimila euro. Ma lei quei soldi non ce li ha. Chiede tempo per trovarli. Missione impossibile. Torna dagli sciacalli che hanno già fiutato la miseria. Niente da fare, i posti, quelli disponibili erano tre, sono già stati tutti coperti. Altri avrebbero pagato.

Sulla compravendita, o presunta tale, di posti di lavoro indagano i poliziotti della Digos che hanno già acquisito storie e documenti proprio mentre a Palermo scoppia il caso del reclutamento degli ex Pip da parte della Onlus Social Trinacria. Posti di lavoro da vendere? “Gli elenchi degli ex Pip – spiegano alla Fisascat Cisl – sono bloccati. Il bacino non può crescere. I nomi dei lavoratori da assumere con contratti a tempo indeterminato a seguito di progetti triennali rinnovabili si conoscono già e non c’è possibilità per nessun altro”. Ecco perché il segretario regionale, Mimma Calabrò, e provinciale, Salvo Barone, invocano al più presto la “sottoscrizione di un protocollo di legalità con il prefetto di Palermo per arrivare alla stipula dei contratti, subito e nel pieno rispetto delle regole. L’operazione deve essere trasparente per garantire i lavoratori ed evitare sciacallaggi e strumentalizzazioni. Questo è un atto concreto di legalità, non azioni sbandierate e mai messi in pratica”.

Trasparenza, appunto. Che manca a cominciare dagli elenchi degli ex Pip. Nel data base di Banca Nuova, l’istituto bancario che da cinque mesi liquida l’indennità di disoccupazione, risulterebbero 3.135 nomi che, invece, nelle liste comunali salgono a 3.256 (detenuti compresi). Al Comune, dunque, ci sarebbe qualcosa da rivedere.

I conti non tornano. A meno che – ipotesi al vaglio degli investigatori – la compravendita si annidi proprio in quel centinaio di posti in più che esistono solo sulla carta del Comune. Nel frattempo si scopre che ai 3.256 (?) ex Pip qualcuno vorrebbe aggiungere, sulla base di una delibera del 2001 e ora riproposta , 225 tutor che dovrebbero garantire la formazione del personale. L’elenco dei tutor è stato trasmesso dall’assessore comunale Roberto Clemente al dipartimento regionale delle politiche sociali. “Non c’è spazio per nessun altro, neppure per i tutor”, ribadiscono alla Fisascat. E dunque anche queste liste sono bloccate.

Altra ipotesi: per gli uomini che hanno compiuto 65 anni e le donne che hanno raggiunto i 60 la legge prevede una sorta di buonuscita da pagare con i 700 mila euro risparmiati mensilmente nell’erogazione del sussidio da parte dell’assessorato regionale alla famiglia ai lavoratori della Spo, servizi per l’occupazione. Circa settecentomila euro al mese per cinque mesi. “I lavoratori che hanno superato il limite di età non saranno sostituti”, si affrettano a dire alla Fisascat. E dunque, quali sono i posti da mettere in vendita? Risposta semplice: non ce n’è. E’ una balla, su cui la Digos indaga. E c’è un particolare inquietante: pare che nelle zone popolari sarebbe stata chiesta alla mafia la copertura dell’operazione compravendita. Se un giorno qualcuno che ha pagato dovesse battere cassa, basterà dire che il lavoro l’ha ottenuto l’amico degli amici per zittire qualsivoglia protesta. “Ci possono anche essere casi isolati di irregolarità, ma il marcio sta altrove – concludono i vertici della Fisascat -. E’ giusto smascherare chi fa il furbo, siamo i primi a sostenere il lavoro delle forze dell’ordine, ma la stipula dei contratti deve essere fatta in fretta. Altrimenti, da ottobre gli ex Pip saranno senza un soldo. Ed è inammissibile”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI