PALERMO – Ex province, mentre in commissione Affari istituzionali si incardina il disegno di legge per l’elezione diretta dei rappresentanti, aumentano i dubbi di alcuni esponenti politici, in particolare Davide Faraone, capogruppo di Italia viva alla Camera e Marco Falcone, eurodeputato di Forza Italia, che richiama la legge Delrio. Le rassicurazioni arrivano dal senatore leghista Nino Germanà.
Ex province, le parole di Faraone
“Proprio stamattina nell’Aula della Camera stiamo votando la modifica alla legge costituzionale sullo Statuto della Regione Friuli-Venezia Giulia, per il ripristino dell’elezione diretta dei presidenti delle Province”. Lo dice Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera.
“Qualcuno dovrebbe spiegarmi perché, in Sicilia, anch’essa regione a Statuto speciale, si possa procedere a una riforma e addirittura al voto dei presidenti delle Province nella primavera prossima, con il solo voto dell’Ars e senza un passaggio in Parlamento nazionale – aggiunge -. Siamo nelle mani di dilettanti allo sbaraglio, che un giorno pensano una cosa, il giorno dopo il contrario, non tenendo conto minimamente del rispetto delle istituzioni e delle procedure costituzionali”.
E infine: “Se all’Ars dovesse essere approvata una riforma in tal senso e dovessero essere indette elezioni, sarebbe praticato un percorso profondamente illegittimo. Le nostre istituzioni territoriali sarebbero condannate al caos per i prossimi anni. Sarebbe da irresponsabili. Schifani e la maggioranza se ne dovranno assumere la responsabilità”.
Interviene Germanà
“Affermazioni mendaci quelle di Davide Faraone riguardo l’operato dell’Ars: nulla di nuovo, siamo abituati alle sue sciocchezze. La domanda però è: non conosce lo statuto della Regione Siciliana o in malafede, ancora una volta, strumentalizza?”. Così in una nota il senatore siciliano e commissario regionale della Lega Nino Germanà, vicepresidente del Gruppo a Palazzo Madama.
L’Ars sta lavorando a un disegno di legge per l’elezione diretta delle province, non sta apportando alcuna modifica allo statuto che già prevede i liberi consorzi. Consiglio a Faraone – conclude il senatore della Lega – di studiare prima di parlare nuovamente a vuoto”.
Falcone: “Siamo preoccupati”
“Sulla vicenda Province siamo preoccupati perché temiamo che virate repentine o frettolose possano risolversi in una nuova magra figura. Saremmo, infatti, davanti a un ulteriore, inspiegabile, nulla di fatto. Anche la Corte Costituzionale, è il caso di ricordarlo, ha censurato a più riprese il reiterarsi dei commissariamenti”. Marco Falcone, eurodeputato di Forza Italia-PPE, non nasconde alcuni timori.
“Siamo l’unica Regione d’Italia a non votare per le Province – aggiunge l’europarlamentare -, ancorché con elezioni di secondo livello. Pur apprezzando i buoni propositi riguardo il ripristino dell’elezione diretta, temo che tutto si possa risolvere in una tattica dilatoria”.
Falcone fa alcune ipotesi: “La percezione comune è che, per incomprensibili giochi di palazzo, qualcuno voglia impedire alle Province siciliane di avere una guida politica che offra finalmente risposte a tantissime emergenze – aggiunge Falcone – Fino a qualche settimana fa in molte province d’Italia si è votato con il sistema di secondo livello”.
“Non è l’ideale, lo diciamo da sempre, ma la Sicilia – insiste ancora l’esponente di Forza Italia – può attuarlo più facilmente entro dicembre, colmando il grave deficit di rappresentanza. Quando il governo Meloni avrà abrogato la legge Delrio – confidiamo al più presto – si potrà andare al voto. Ma, fino ad allora – conclude l’eurodeputato Falcone – andare avanti con i commissariamenti, o ancora peggio con normative a rischio impugnativa, risulterebbe solo una tattica dilatoria, oltre che rischiosa”.
Catanzaro (Pd): “Ennesimo bluff”
“Un ennesimo bluff, una melina che non mira tanto all ‘elezione diretta quanto piuttosto a far slittare il voto di secondo grado nelle ex Provincia previsto a dicembre, forse perché qualche deputato ha paura di avere un consigliere provinciale come concorrente alle prossime regionali”. Lo dice Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all’Ars.
“L’elezione degli organismi di Liberi consorzi e Città metropolitane in Sicilia sta diventando una barzelletta – aggiunge – La maggioranza del governo Schifani non si mette d’accordo sulle poltrone e ogni volta a ridosso del voto trovano un modo per rinviare, senza il minimo rispetto per le istituzioni, per gli amministratori e soprattutto per i cittadini”.
Fabio Venezia (Pd): “Schizofrenia politica”
“Ormai da diversi mesi assistiamo ad un teatrino imbarazzante da parte del Governo Schifani e della sua maggioranza in merito alle elezioni nei Liberi Consorzi e nelle Città Metropolitane”. Lo dichiara Fabio Venezia, parlamentare del PD e Vice presidente della Commissione Bilancio all’Ars.
“Prima il disegno di legge per l’elezione diretta, affossato con il voto segreto da ampie parti della stessa maggioranza di governo. Poi il ritorno alle elezioni di secondo livello per il prossimo 15 dicembre. Adesso il ritorno nuovamente alle elezioni dirette. Si tratta di un atto di schizofrenia politica animato certamente da ragioni politiche poco nobili”.
“Dopo una lunga fase di commissariamento e le diverse impugnative – continua il deputato dem – ci saremmo aspettati la parola fine da parte del Governo regionale alla questione ex province. E invece, dietro il pretesto dell’elezione diretta si cela il tentativo maldestro di impedire le elezioni di secondo livello del prossimo 15 dicembre perché i partiti della maggioranza sono lacerati da lotte intestine e non riescono a fare sintesi nei territori”.
“Un atteggiamento irresponsabile – conclude – per continuare con la lunga stagione dei commissariamenti e per impedire agli enti di area vasta di avere una rappresentanza diretta dei sindaci e dei consiglieri comunali scelti dai cittadini”.
Movimento cinque stelle: “Ammuina del centrodestra”
“Ritorna in ballo l’elezione diretta per le ex Province? Il centrodestra sta apparecchiandosi una nuova sonora batosta come già avvenuto e solo per fare ‘ammuina’ su argomenti triti e ritriti. Qualcuno comunque gli ricordi che la Corte Costituzionale ha imposto le elezioni di secondo livello con la legge Delrio in vigore e questo non ci pare essere stato minimamente superato”.
Lo affermano i deputati M5S all’Ars Martina Ardizzone e Angelo Cambiano, componenti della commissione Affari istituzionali dell’Ars.
“Senza l’abrogazione della Legge Delrio – afferma Ardizzone – le elezioni di primo livello restano incostituzionali ed è questo il tema centrale. Come tema centrale sarebbe anche il fatto che mancano le risorse alle ex Province, ma a loro interessano le poltrone, punto. I bisogni dei cittadini possono sempre aspettare”.
“Il centrodestra – dice Cambiano – torna a fare ‘ammuina’ su argomenti che hanno ingessato inutilmente l’aula e la commissione a lungo e su temi che interessano pochissimo ai siciliani che hanno ben altro a cui pensare. Qui non si tratta di essere favorevoli o contrari al ritorno di questi enti, ma ciò che balza agli occhi è il tentativo di violare i principi dettati in materia dalla Corte Costituzionale”.