Raffineria Alonzo e Consoli di Catania, stop ai privati - Live Sicilia

Ex raffineria viale Africa, il commissario: stop ai privati

"Di esclusiva natura pubblica". Così dovranno essere i soldi che rimetteranno a nuovo la struttura accanto alla futura Cittadella giudiziaria.

CATANIA – Se n’è occupato subito. Il commissario straordinario Piero Mattei ha scelto di non perdere tempo sul caso dell’ex raffineria Alonzo e Consoli di viale Africa, a Catania. Così l’ex prefetto ha revocato il provvedimento del suo predecessore, Federico Portoghese, che per la riqualificazione dell’edificio prevedeva anche l’intervento dei privati. Adesso, con l’atto firmato da Mattei, per l’ex raffineria di zolfo il Comune potrà sì valutare la rifunzionalizzazione, ma con fondi “di esclusiva natura pubblica“. Niente più project financing o investimenti dell’imprenditoria etnea, per evitare quelle “speculazioni” paventate dal Consigliere comunale del Movimento 5 stelle Graziano Bonaccorsi in un’interrogazione al neocommissario.

L’ipotesi project financing

Nella seconda metà di novembre 2022, LiveSicilia ha pubblicato la notizia dell’ipotesi di un project financing per il recupero e la rifunzionalizzazione dell’ex raffineria di viale Africa: un pezzo di archeologia industriale, ridotto a uno scheletro dopo l’incendio del 2015, esattamente accanto allo spazio dell’ex Palazzo delle Poste, dove dovrà sorgere la nuova Cittadella della Giustizia di Catania.

Il provvedimento, firmato dall’ex commissario Federico Portoghese, era un “atto di indirizzo” che puntava a “valorizzare, attraverso un percorso virtuoso di recupero, la struttura dell’ex raffineria Alonzo e Consoli, al fine di renderla fuirbile per attività di interesse collettivo”. Anche vista la sua collocazione in “un’area strategica”, tra waterfront e futuro tribunale, e in virtù dell’essere “una preziosa risorsa urbana, culturale ed economica nel processo di rigenerazione del territorio comunale”.

Per la ristrutturazione, diceva il provvedimento di Portoghese, si poteva prevedere che venisse “utilizzato lo strumento del partenariato pubblico privato”. O, più in generale, “strumenti di finanza innovativa“ che prevedessero l’iniezione di “capitali privati”. All’ingegnere Biagio Bisignani, direttore dell’Urbanistica del Comune di Catania, spettava il compito di trovare “la migliore soluzione”.

Un’apertura al tessuto imprenditoriale cittadino che sarebbe servita a evitare gli avvii, seguiti quasi subito dalle brusche inchiodate, del passato dell’ex raffineria: i lavori di ristrutturazione erano già stati appaltati nel 2008 e si erano fermati, senza più ripartire, nel 2010. Anni dopo, l’ex sindaco Enzo Bianco aveva pensato alla concessione, in comodato d’uso, all’Accademia delle Belle Arti di Catania. L’ABA avrebbe provveduto, a proprie spese e in seguito alla stipula di un protocollo d’intesa con Palazzo degli elefanti, almeno al completamento di parte dei lavori di messa in sicurezza e recupero. Ma anche di questo non si era più parlato e il “centro polivalente” sognato dal municipio era rimasto un annuncio.

L’interrogazione di Graziano Bonaccorsi

Ma la possibilità di fare intervenire i privati, voluta da Portoghese, aveva fatto saltare sulla sedia il consigliere comunale del Movimento 5 stelle Graziano Bonaccorsi. Che, dopo l’articolo di LiveSicilia e l’insediamento del nuovo commissario, a gennaio 2023 aveva presentato un’interrogazione destinata proprio a Piero Mattei.

“Il Comune di Catania – scriveva Bonaccorsi – è in possesso di un progetto esecutivo (da aggiornare) per il recupero dell’ex raffineria: recupero che potrebbe essere finanziato mediante i fondi della nuova programmazione europea 2021-2027, senza alcun aggravio di spesa per l’amministrazione”. E, quindi, senza che i privati possano tentare di allungare le mani su un prezioso pezzo di città di fronte al mare. Tanto più che una simile proposta “dovrebbe essere – proseguiva il consigliere pentastellato -, in via teorica, una scelta politica della prossima amministrazione. E non dell’attuale, che opera in condizioni critiche, in regime commissariale”.

Un principio valido sempre, maggiormente in una “zona, adiacente alla nuova Cittadella giudiziaria del viale Africa”, che potrebbe “dare adito a speculazioni immobiliari su aree pubbliche, a discapito dell’interesse civico legato alla fruizione dei luoghi”. 

La revoca del provvedimento di Portoghese

La scorsa settimana, il nuovo corso del municipio etneo ha deciso di prendere in mano la questione, invertendo la rotta. Così il commissario straordinario Piero Mattei ha stabilito di revocare il provvedimento di Portoghese e di cambiare gli obiettivi dell’amministrazione.

Il 13 febbraio 2023, con una nota destinata alla direzione Urbanistica di via Biondi, Mattei ha chiesto la “verificare le fasi e/o opportunità di ulteriori percorsi o fonti di finanzamento”. Da questo, scrive il dirigente Biagio Bisignani, deriva la necessità di “approfondire la tematica tecnica per l’utilizzo dell’area dell’ex raffineria Alonzo e Consoli”.

Così al direttore dell’Urbanistica viene dato un compito nuovo: non più di verificare la fonte migliore di finanziamento, valutando anche le proposte dei privati, bensì di concentrarsi sulla ricerca di fondi “di esclusiva natura pubblica, con particolare riferimento a quelli comunitari, statali e regionali“. Che tradotto significa: non è detto che sia necessario rivolgersi a eventuali imprenditori che vogliano mettere le mani su un'”area strategica” della città, perché è possibile che i soldi si trovino guardando verso Bruxelles, Roma o Palermo.


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