PALERMO – I lavoratori della Rap proclamano lo stato di agitazione. La riunione di oggi tra il presidente Sergio Marino e i sindacati non ha avuto infatti l’esito sperato: servono altri 11 milioni di euro e lo scontro è proprio su dove prenderli, se dal Comune o dalle tasche dei lavoratori. Per questo l’incontro è stato aggiornato a martedì prossimo, quando Marino tenterà l’ultima mediazione ma questa volta, in caso di fallimento, si potrebbe arrivare allo sciopero vero e proprio.
“Nel corso dell’incontro di oggi – scrivono Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Fiadel, Confsal, Filas, Usb, Alba e Flaica – non è emerso alcun fatto nuovo, né alcuna risposta sulle proposte avanzate dai lavoratori, il presidente Marino non è in grado ad oggi di fornire risposte nuove, né certe”. I sindacati ribadiscono di non chiedere aumenti Tares, di essere pronti a mettere sul piatto quattro milioni di euro e pretendono il passaggio di 175 lavoratori ad Amap e l’intero gettito Tares. “Da anni i dipendenti lavorano su mezzi fatiscenti, spesso senza revisione e al limite delle norme di sicurezza. Serve un piano straordinario per la manutenzione dei mezzi la cui assenza è la causa dei disagi nella raccolta di questi giorni. L’esito dell’incontro di martedì è determinante per garantire e assicurare i servizi alla città”. Oggi, per esempio, tre itinerari su 37 sono saltati e i mezzi guasti o senza revisione, come ammesso anche dall’azienda, sono alla base dei ritardi di questi giorni che non potranno far altro che aumentare. Guasti non riparati celermente per problemi con i fornitori.
Una posizione durissima che adesso dovrà fare i conti con la volontà di Palazzo delle Aquile di rinunciare ai contratti di solidarietà per reperire in modo alternativo i fondi necessari all’azienda. “Ho chiesto un rinvio – dice Marino a Livesicilia – perché ho bisogno di approfondire col Comune la questione del contratto di servizio, mancano ad oggi gli elementi di certezza. I sindacati non erano molto contenti, ma noi faremo la nostra parte. Sciopero? Speriamo di evitarlo”.
“L’Amia è fallita perché in tanti hanno guardato soltanto ai propri interessi particolari e perché alcuni non hanno guardato affatto – recita una nota congiunta di Marino e del sindaco Leoluca Orlando – adesso è tempo che tutti guardino agli interessi della collettività e di tutti i cittadini di Palermo e che tutti siano attivi per tutelarli. I cittadini di Palermo hanno già dovuto subire per anni l’offesa di un servizio di raccolta rifiuti inefficiente causato dagli sprechi e dalle ruberia dell’Amia, e anche per questo l’Amministrazione comunale ha già ribadito che non è possibile aumentare la pressione fiscale ai cittadini e che va impedito il fallimento di Rap le cui prime vittime sarebbero i lavoratori. Per raggiungere entrambi questi obiettivi, l’Amministrazione comunale è pronta a fare tutto quanto necessario e possibile compatibilmente con le esigenze di tutta la collettività, ma ci aspettiamo che vi sia una assunzione di responsabilità e non vi siano comportamenti dannosi per la città da parte chi chi è chiamato a garantirne pulizia e decoro”.