SAN VITO LO CAPO (TRAPANI) – “I fanghi derivanti dall’escavazione dei fondali del porto di Trapani non vanno sversati in mare”. Fermo no dell’amministrazione comunale di San Vito Lo Capo alla ipotesi, ventilata in queste ore, di riversare in un tratto di mare prospiciente la Riserva naturale orientata di Monte Cofano, a circa 2,5 miglia nautiche dalla costa di Custonaci e in prossimità del litorale di San Vito Lo Capo, i fanghi provenienti dall’escavazione dei fondali del porto del capoluogo di provincia.
“Il mare incontaminato di quel tratto di costa è uno scrigno, ricco dal punto di vista ambientale e di specie ittiche che lo popolano, che va tutelato da qualsiasi elemento estraneo e potenzialmente inquinante che possa turbare l’ ecosistema marino e rischiare di deturparne le acque cristalline- afferma il sindaco Giuseppe Peraino-. L’ipotesi di riversare in mare circa 415 mila metri cubi di fanghi costituirebbe un rischio ambientale ed anche economico. Basti pensare a coloro che vivono di pesca, ma anche in termini di danno di immagine ai fini turistici, se consideriamo i tanti visitatori che apprezzano proprio quel tratto costiero per la sua bellezza selvaggia e la limpidezza del suo mare. Lo sversamento dei fanghi in mare- conclude il sindaco- non può essere la soluzione al problema del loro smaltimento”.
Il sindaco invierà una nota all’Autorità portuale di Sistema della Sicilia Occidentale e alla Regione per chiedere, qualora la notizia ventilata in queste ore fosse vera, di rivedere tale decisione. Sindaco e amministrazione sono pronti ad avviare qualsiasi iniziativa che possa bloccare uno scempio ai danni del patrimonio ambientale, alla flora e alla fauna auspicando la partecipazione solidale non solo dei sindaci dei vicini Comuni costieri ma anche delle altre Istituzioni e della società civile, ricordando che proprio grazie ad una mobilitazione generale venne bloccata, negli anni ’70, la nascita di una raffineria, sempre in quel tratto di mare.
LA REPLICA.
“Basta notizie false, basta bugie, sul porto di Trapani dobbiamo rappresentare la verità dei fatti per rispondere ad attacchi che si susseguono e che a noi, soliti ragionare in assoluta buona fede, appaiono strumentali. L’ultima nota pubblicata dalla stampa riporta sciocchezze facilmente oppugnabili; inoltre, come amministrazione, siamo stati sempre trasparenti e disponibili al dialogo con chiunque e in ogni frangente, sempre pronti e attenti a rispondere a qualunque domanda”. Lo dice Pasqualino Monti, presidente Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale, dopo le notizie sullo sversamento di sedimenti prelevati dal porto di Trapani nella zona di San Vito Lo capo. “Il progetto – dice una nota dell’Autorità – concretizza la bonifica degli attuali fondali, oggi inquinati, nel rispetto di tutte le vigenti norme. È, dunque, falsa l’affermazione che verranno sversati rifiuti contaminati in mare, in una zona vicina alle riserve di Monte Cofano e ai siti protetti di San Vito Lo Capo: si prevede, ai sensi di legge, lo sversamento in mare dei soli sedimenti non contaminati, e cioè di quei sedimenti che costituiscono risorse del mare e che debbono appartenere al mare, in quanto hanno caratteristiche fisico-chimiche idonee a tale scopo. Da evidenziare, inoltre, che la scelta del sito di sversamento è stata fatta sulla base di una rigida procedura di valutazione e confronto che ha visto coinvolti professionisti e specialisti in materia e l’Università Kore, che ha individuato l’area in oggetto sulla base di approfonditi studi condotti, passando da uno specifico studio idraulico marittimo alla caratterizzazione del sito di immersione da parte di una società specializzata”. Altrettanto non vera è l’ affermazione, quella secondo cui l’Autorità di Sistema Portuale, dopo avere eseguito un’analisi di mercato sulle discariche, per risparmiare denaro, abbia scartato tale soluzione per un’altra eterea non meglio individuata – continua – Invece, a seguito di prove sperimentali, eseguite sugli attuali sedimenti inquinati del porto, è stato individuato il trattamento idoneo a separare la parte inquinata dalla matrice sedimentologica, prevendo la destinazione degli elementi inquinati nelle discariche autorizzate e il riutilizzo (come vuole la legge) del sedimento depurato. Priva di fondamento l’affermazione che detta previsione sia fatta per economia di previsioni, considerato che tale processo, di fatto, realizza solo un beneficio in termini ambientali (recupero risorsa del mare + minore intasamento delle discariche + minori trasporti)”.