Faraone e la 'proroghina' Gesip: | "La montagna ha partorito il topolino" - Live Sicilia

Faraone e la ‘proroghina’ Gesip: | “La montagna ha partorito il topolino”

PALERMO. Consiglio comunale
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Faraone, ieri era Primo Maggio ed eravamo distratti. Che è successo in Consiglio?
“La montagna ha partorito il topolino. Anzi, la montagna continua a franare e il topolino rischia di rimanere sotto le macerie. Solo così riesco a spiegare quello che è accaduto ieri sera in consiglio comunale”.

Lasciando perdere montagne e topolini?
“I consiglieri di centrodestra che dovevano approvare la delibera di salvataggio che il loro sindaco si era uscito dal cappello a cilindro, prima di abbandonare il campo e volare a Londra, si sono inventati alle prime luci dell’alba, per evitare di pagare di tasca loro centinaia di migliaia di euro – visto il probabile anatema della Corte dei Conti – una nuova convenzione per Gesip di dieci giorni, così nelle peggiori delle ipotesi sborseranno personalmente alcune decine di migliaia di euro. Poi, nel panico generale, hanno rimesso il cerino in mano all’amministrazione comunale che, alla scadenza del termine, dovrebbe prorogare quella convenzione di 10 giorni per altri 25 giorni”.

Ah…
“Siamo ormai a una politica che vive alla giornata. Non è escluso che nei prossimi giorni vedremo delibere ad hoc che prorogano contratti ad ore, o solo il lunedì, o anche esclusivamente per chi ha i capelli biondi e gli occhi chiari. E’ stupefacente come ancora Cammarata, Berlusconi e per ultimo Alfano riescano a promettere ai lavoratori Gesip ponti dove non ci sono fiumi. Ed è ancora più stupefacente che i consiglieri del centrodestra facciano Harakiri”.

Qual è il punto?
Devono esclusivamente certificare il fallimento di Cammarata e consentire a Palermo di votare per una nuova classe dirigente seria che si occupi delle emergenze non prorogandole, ma trovando soluzioni a tempo indeterminato.  Questo lo può fare solo una buona politica. Quella che non ha come fine il consenso, ma il bene comune”.

Sulla Gesip?
“La Gesip non solo si può salvare ma si può rilanciare. Cambiamogli il nome, azzeriamo la dirigenza, eliminiamo gli sprechi, riorganizziamo i servizi offerti. Stipuliamo contratti rinnovabili a lunga scadenza a patto che i risultati preventivati siano stati raggiunti e che gli obiettivi siano stati centrati e, infine, valorizziamo chi lavora e licenziamo chi non ne ha voglia. La Gesip, acronomico di “Gestione Servizi Impianti Pubblici Palermo”, io la chiamerei Fabep, “Facciamo bella Palermo”. Perché Palermo, i suoi impianti e i pubblici servizi non vanno gestiti, vanno abbelliti”.

E i lavoratori?
“Ho incontrato, in questi mesi, tantissimi operai Gesip con le lacrime agli occhi per gli impianti sportivi distrutti, per le scuole abbandonate e se stesse. Ho ascoltato tanti lavoratori che si sono stancati di non far nulla e che vogliono far qualcosa per Palermo. Vogliono lavorare, non vogliono mance. Vogliono contribuire a cambiare e a rendere più bella la città in cui vivono. Vogliono tornare a casa, guardare i loro figli e dirgli “oggi, per te e per tanti tuoi coetanei,  ho fatto qualcosa per  Palermo””.


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