Faraone lancia il "Nuovo campo" |"Riformisti e moderati insieme" - Live Sicilia

Faraone lancia il “Nuovo campo” |”Riformisti e moderati insieme”

Il 14 l'iniziativa renziana a Trabia rivolta a chi non vuole stare con i populisti.

PALERMO – L’appuntamento era stato annunciato qualche giorno fa a Livesicilia da Totò Cardinale. Nel fine settimana se n’è saputo qualcosa di più. I renziani siciliani si chiamano a raccolta il 14 aprile. Per un “Nuovo Campo” che sa tanto di Partito della Nazione e di Patto del Nazareno.

La pagina Facebook c’è già. Lo spot del Big Bang, quello della Leopolda di Matteo Renzi del 2011, che si interrompe e si riavvolge velocemente tornando alla preistoria, e poi, nei titoli di coda, “Non si torna indietro!” con il simbolo del Pd, annunciando l’appuntamento del 14 aprile all’Hotel Tonnara di Trabia, dalle 10 alle 18, per costruire il “Nuovo Campo” dei riformisti e moderati, il progetto lanciato due giorni fa da Davide Faraone. E’ il video postato sulla pagina Facebook “Nuovo Campo” (http://www.facebook.com/nuovocampo/) che invita a raccolta i renziani siciliani in quella che sarà l’edizione numero quattro della Leopolda sicula. Il video è introdotto da un breve post che parte dalla lettera che Adriano Celentano, oggi, dalle colonne de Il Fatto Quotidiano, spedisce a Matteo Renzi.

“Caro Adriano Celentano – scrive la community di ‘Nuovo Campo’ lanciata da Davide Faraone – noi in bici ci andiamo, ma non a trovare Di Maio. Noi abbiamo un’altra idea di Italia, di democrazia, di politica economica e di Europa. Noi andremo a trovare tutti quelli, e credimi sono tanti, che chiedono di non tornare indietro, di andare avanti con la spinta innovatrice impressa dal Big Bang in poi da Matteo Renzi. Noi siamo quelli che resistono agli stalker che vogliono imporci un governo con i 5 stelle. Noi, sabato in Sicilia, nella regione capitale dei 5 stelle, riuniamo tutti quelli che con i populisti non vogliono averci a che fare e che invece vogliono costruire un “Nuovo Campo” con riformisti e moderati”.

Il colonnello renziano in Sicilia Faraone ne parla anche all’Huffington Post. “Come fai a stare con chi promuove ogni giorno una class action contro la politica? Come fai a stare con chi ti ha insultato per 5 anni? Come fai stare al governo se hai un progetto politico alternativo? Noi resisteremo all’azione degli stalker che vogliono imporci un governo con i 5 Stelle. Ci vedremo in Sicilia, la capitale del Movimento 5 Stelle, riuniremo tutti quelli che con i populisti, non vogliono averci a che fare e che invece vogliono costruire un “Nuovo Campo” dei riformisti e dei moderati”. E’ uno dei passaggi della riflessione che Faraone affida a un articolo pubblicato sull’Huffington Post che annuncia il meeting di sabato 14 aprile di tutti quelli che all’ipotesi di un governo con i cinquestelle dicono “mai e poi mai”. “Quando Matteo Renzi cinque anni fa – scrive – vinse le primarie del Pd e decise di mettere mano a un partito che somigliava tanto a una specie di tartaruga preistorica della politica, per trasformarla in un soggetto che potesse competere con la modernità, qualcuno pensò che si trattasse di un marziano. Sarebbe bastato rispedirlo su Marte per tornare a imperversare e dominare il pianeta. Fuor di metafora, in questi anni, dal primo Big Bang in avanti, Leopolda 2011, la politica italiana è cambiata profondamente. Il Partito Democratico è cambiato. La società è cambiata. Noi avevamo intuito già alcuni anni fa che nulla sarebbe stato più come prima”.

“I vecchi partiti della sinistra europea – ricorda Faraone – così come scrive Giuliano Da Empoli nel suo libro “La rabbia e l’algoritmo”, sono ormai l’ombra di ciò che erano. In un decennio, la sinistra di governo è passata, nei quindici paesi che hanno aderito al Trattato di Maastricht, dal 28 per cento del 2004 al 20 per cento del 2014, un risultato che sarebbe stato ancora peggiore senza la straordinaria performance del Partito Democratico italiano nelle elezioni europee del 2014. In Europa esistono intere aree nelle quali la tradizionale competizione tra destra e sinistra è stata sostituita da una gara tra la destra e i populisti”.

Insomma, l’idea è quella di archiviare la vecchia sinistra europea per metere insieme moderati e riformisti, quelle forze cioè che hanno governato insieme nella precedente legislatura. “In questi anni – continua – abbiamo registrato vittorie e sconfitte, l’ultima alle elezioni politiche, ma abbiamo impresso un forza riformista al nostro partito, senza precedenti. Abbiamo cambiato il Paese e abbiamo dato un senso al centro sinistra in Italia, mentre negli altri paesi europei, un senso non lo ha più avuto. Abbiamo commesso errori, certo, tanto abbiamo da correggere, ma la strada è segnata”.

“Bisogna svegliare tutta un’area importante, che è anche un’area di centrodestra che non ha più i riferimenti che aveva prima. Mettere insieme tutte queste risorse”. Così il 2 aprile scorso Salvatore Cardinale, big dell’area renziana nell’Isola e leader di Sicilia Futura, anticipava il senso dell’appuntamento del 14 aprile. Che di certo potrà far storcere il naso a un pezzo del partito che chiede piuttosto una maggiore caratterizzazione di sinistra dopo la bastonata delle urne il 4 marzo. “Ora il punto è: il Pd si apre? Si rifonda? Si afferma l’idea di una grande casa aperta? Se il Pd vuole costruire questa grande area che è l’unica che rimane tra Salvini e Di Maio noi siamo lì con il cuore e con la testa, senza riserve”, spiegava Cardinale. La strada per una nuova realtà politica à la Macron è tracciata. Tra il dire e il fare c’è di mezzo il Pd con le sue diverse sensibilità e anche i non ancora definiti percorsi futuri del centrodestra sempre più a trazione salviniana.

 

 

 

 

 

 

Ribaltiamo – conclude Faraone – questa idea tafazzista della traversata del deserto. Il 4 marzo ci consegna un nuovo bipolarismo: i populisti da un lato, e, dall’altro lato, uno spazio possibile, un “Nuovo Campo” dei riformisti e dei moderati, di chi è alternativo al populismo e all’anti europeismo.

Come scrive Claudio Cerasa, “il 50% degli italiani ha trovato una o più case, capaci di raccogliere l’indignazione. Il restante 50% di elettori italiani è alla ricerca di una casa politica che ancora non c’è, costruita più sulla proposta che sulla protesta.” Una grande opportunità.

Dobbiamo costruire questa casa politica, un nuovo Pd, un soggetto che diventi forza attrattiva di tutti quelli che si oppongono al populismo e al ribellismo. Non abbiamo un deserto da attraversare, ne sono convinto, ma grandi e verdi praterie davanti a noi.

Allora, avanti! Noi non torniamo indietro”.

 

 

 

 


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