Fari spenti, auto in tilt e fumo| "Che paura in quella galleria" - Live Sicilia

Fari spenti, auto in tilt e fumo| “Che paura in quella galleria”

Il racconto di due automobilisti rimasti improvvisamente in panne nei pressi del tunnel di Tremonzelli. In poco più di un mese si sono verificati altri sette casi anomali. L'ultimo il 16 settembre, quando ad andare in avaria è stato un mezzo pesante.

Tremonzelli, sulla Palermo-Catania
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PALERMO – Nel giro di poco più di un mese altri sette casi. Il bilancio degli episodi “anomali” nei pressi della galleria Tremonzelli continua a collezionare incidenti e improvvisi black out rispetto ai quali gli automobilisti non riescono a darsi alcuna spiegazione. Eppure del “tunnel dei misteri” si sono occupati recentemente i tecnici dell’Arpa che attraverso le centraline collocate all’entrata e all’uscita della galleria non hanno rilevato nulla di preoccupante, ovvero valori molto bassi, non collegabili all’incompatibilità elettromagnetica che si sospetta ormai da oltre vent’anni.

Ad agosto, il caso è anche finito al centro di una puntata di ” Voyager – Ai confini della conoscenza”, il programma che si occupa proprio di misteri che non riescono a trovare soluzione. Già, perché tra realtà e superstizione, il tunnel che si trova lungo l’autostrada A19 Palermo-Catania rischia di divenire leggenda. Basti pensare che dopo la raffica di episodi che ha visto mezzi pesanti, auto e motociclette andare in tilt lo scorso luglio – il mese in cui si è verificata una vera e propria escalation di “strani” eventi – anche ad agosto e settembre non sono mancati incidenti e macchine in avaria. E senza alcun preavviso.

Nella maggior parte dei casi, infatti, chi si trova al volante ha raccontato di essersi messo alla guida di auto affidabili e di essere stato colto alla sprovvista dal malfunzionamento improvviso. Imprevisti che sono frequentemente sfociati in danni pesanti per i mezzi e purtroppo, a volte, anche per chi si trovava al loro interno. Ne sa qualcosa Giacomo La Mattina, 39 anni, rappresentante nel settore dell’abbigliamento, calzature ed accessori, che da Palermo si sposta spesso nella zona del Catanese. A LiveSicilia racconta la sua recente disavventura a bordo di una Fiat Idea.

“A giugno anch’io sono rimasto in panne a circa 40 metri dall’entrata in galleria, è stato un incubo, perché mi sono ritrovato al centro della carreggiata e le altre auto hanno rischiato di schiantarsi sulla mia macchina. Ero da solo, non potevo nemmeno accendere il segnale delle “quattro frecce”, tutto il sistema elettrico sembrava andato in tilt e anche il clacson era fuori uso. L’unica possibilità che mi restava era quella di scendere dall’auto e tentare di accostare, ma ho praticamente rischiato di essere investito. Non appena ho poggiato il piede sull’asfalto però, è successo qualcosa ancora più preoccupante. Dal cofano è uscito del fumo. Ero terrorizzato. Mi sono allontanato in pochi secondi a piedi, ringrazio ogni giorno Dio di essere ancora vivo perché è stato pericolosissimo. Ma a quel punto non sapevo a chi chiedere aiuto, considerando anche che il cellulare non aveva rete. Mi sentivo perseguitato dalla sfortuna. Dopo vari tentativi sono riuscito a fermare un uomo alla guida di un furgone che trasportava alimenti che, per fortuna, mi ha dato una mano. Risultato? L’auto era di mia moglie, quel giorno avevo deciso di prenderla perché la mia si trovava dall’elettrauto per altri motivi e per circa una settimana non ci è rimasto che muoverci in autobus”.

Un caso simile si è verificato anche a fine agosto, quando per quella che sarebbe stata una “autocombustione” è andata a fuoco una Citroen a cento metri dall’uscita del tunnel, in direzione Palermo. Nello stesso mese, era la vigilia di Ferragosto, si è verificato un incidente autonomo. Un veicolo è invece andato in avaria una settimana dopo: erano le 19,30 quando un’auto si è fermata dentro la galleria Tremonzelli, così come il 28 agosto. Due giorni dopo è avvenuto un altro incidente in cui è risultata coinvolta una sola macchina che avrebbe improvvisamente sbandato. Un episodio che si è replicato il 7 settembre scorso al chilometro 66, pochi metri prima di entrare nel tunnel, in direzione della città etnea. E, ultimo in ordine di tempo, il caso di un camion andato in avaria al chilometro 71.

Ma c’è chi lungo l’A19 ha vissuto per ben due volte un’avventura dello stesso tipo. L’ultima risale a circa nove anni fa, quando lungo la strada di ritorno da Terrasini a Catania, quello che è successo alla sua auto è diventato un giallo. A raccontarlo è Maurizio Catania, che quella mattina si trovava sulla sua Fiat Multipla con altre due persone. “Si è fermata improvvisamente, poco dopo l’uscita. Era una macchina nuova di zecca, l’avevo acquistata pochi mesi prima. Si è spento il motore e l’idea che saremmo rimasti al buio, al centro della strada rischiando di essere travolti ci ha terrorizzato, l’abbiamo quindi spostata a fatica verso una piazzola di sosta. Da lì – prosegue – abbiamo notato che a circa cinquanta metri di distanza c’era un mezzo dell’Anas con due operatori. Ho quindi tentato di mettere l’auto nuovamente in moto per raggiungerli, ma è stato in quel momento che è andata su di giri, fuori controllo. Fino a quando è avvenuta una sorta di autocombustione ed è stata circondata dal fumo. Sono stati momenti davvero drammatici. Gli operatori dell’Anas ci hanno raggiunto e con degli estintori hanno evitato il peggio. nel 1978 – conclude Catania – vissi un’esperienza simile con una vecchia auto. Ero giovane, dovevo recarmi a Palermo e stavo quindi viaggiando in direzione opposta. Ma sempre a pochi metri dall’uscita dalla galleria, la macchina si fermò senza preavviso. Allora non ci feci caso, pensai che cose del genere possono succedere a tutti, specie con un mezzo che aveva già una certa età. Col passare del tempo e la serie di assurde coincidenze che si sono verificate, però, ho cominciato a pensare di essere stato “vittima” di questa galleria anche io. Ma oltre al danno, mi si presentò la beffa – aggiunge Catania – perché quel giorno avrei dovuto partecipare ad un concorso, ma non riuscii ad arrivare in tempo a Palermo. Poteva essere l’occasione della mia vita e invece rimasi lì, fermo ad aspettare che qualcuno mi aiutasse”.


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