CALATABIANO. Paolo Cartelli sarà processato con rito ordinario per l’omicidio di Maria Ruccella, 75 anni, più nota come Amalia, sgozzata nella propria abitazione di Calatabiano nell’ottobre del 2015. Così ha deciso la Corte d’Assise di Catania che, al termine di una breve camera di consiglio, ha rigettato la richiesta di abbreviato condizionato presentata dal legale dell’imputato Lucia Spicuzza, subentrata nella difesa in seconda battuta. Nonostante ciò per i giudici della Corte l’escussione dei consulenti della difesa, il neuropsichiatra Antonio Petralia e il medico legale Carlo Rossitto, non si renderebbe necessaria poiché sia la perizia psichiatrica che gli accertamenti tecnici non ripetibili sono stati compiuti alla presenza di tutte le parti. Due testimonianze ritenute necessarie dalla difesa, la prima per comprendere la patologia mentale del 37enne, per il legale non pienamente capace di intendere e di volere, e la seconda per sollevare dubbi sulla ricostruzione dell’omicidio compiuta dall’accusa.
Il 6 aprile, con l’apertura dell’istruttoria dibattimentale, si entrerà nel vivo del processo. I primi a salire sul banco dei testimoni saranno quattro carabinieri della stazione di Calatabiano, tra cui il comandante Sebastiano Curcuruto. Citato per la stessa udienza anche uno dei militari dell’Arma in forza ai Ris di Messina, che hanno compiuto gli esami scientifici sui numerosi oggetti repertati nell’abitazione della vittima, tra cui il collo della bottiglia di vetro usato per uccidere, e sugli indumenti indossati dall’imputato durante l’omicidio.