Femminicidio, Costantino: |“Misure insufficienti” - Live Sicilia

Femminicidio, Costantino: |“Misure insufficienti”

La deputata di Sel Celeste Costantino

La deputata di Sel Celeste Costantino, ha aperto la sua visita catanese prendendo parte a una conferenza sul tema della violenza di genere. Graziella Priulla saluta positivamente la nascita del comitato di vigilanza contro la pubblicità sessista istituito dall'assessore Valentina Scialfa.

“RESTIAMO VIVE”
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Catania. “Restiamo vive” fa tappa in città. Un tour attraverso i centri antiviolenza del Paese, questo l’ambizioso progetto della deputata di Sel Celeste Costantino, che oggi ha aperto la sua visita catanese prendendo parte a una conferenza sul tema della violenza di genere. La facoltà di Scienze Politiche ha fatto da cornice al dibattito, introdotto dalla docente di sociologia della comunicazione Graziella Priulla, che ha visto una nutrita partecipazione di donne e uomini. Un modo per fare il punto su luci e, soprattutto, ombre della legge contro il femminicidio, recentemente approvata dal Parlamento italiano.

I limiti vanno in primo luogo rintracciati nell’impianto generale di tipo securitario. “Si tratta di un decreto omnibus che tiene dentro provvedimenti di svariata natura: norme sulle proteste contro la Tav, sugli stadi, l’organizzazione delle Province, l’inasprimento delle pene per furti di rame”, spiega la deputata calabrese. “Un’operazione molto sporca fatta sul corpo delle donne, strumentalizzate dalla politica per l’ennesima volta”, aggiunge. A lasciare l’amaro in bocca sono soprattutto tre elementi: l’assenza di provvedimenti che toccano l’ambito culturale (terreno decisivo in chiave di prevenzione del fenomeno), il “finanziamento residuale destinato ai centri antiviolenza” e l’irrevocabilità della querela. Quest’ultimo provvedimento, secondo la deputata di Sel, lungi dall’agevolare le donne a denunciare la violenza subita, rischia di diventare un deterrente. Una considerazione che Costantino, che ha alle spalle una storia politica legata al movimento delle donne, ha maturato durante numerosi confronti con chi quotidianamente lavora sul campo nei centri antiviolenza. Senza contare il carattere “d’emergenza” del decreto, che in realtà va ad affrontare un fenomeno “che dura da più duemila anni”, come rimarca la professoressa Priulla.

Insomma, si poteva fare molto di più. I finanziamenti ai centri antiviolenza, messi a disposizione dal governo si attestano intorno ai 10 milioni di euro, “una somma insufficiente” secondo la deputata di Sel. “Noi ne avevamo proposti 100 con tanto di copertura finanziaria legata alla fiscalità”. Costantino ha messo a punto una proposta di legge che parte da un assunto fondamentale: “La scuola è la chiave principale di intervento”. L’arma più efficace diventano allora i “corsi di educazione sentimentale” nelle scuole, supportati, però, dalla nascita di vere e proprie “classi di concorso” per insegnanti e “corsi di laurea in studi di genere”.

Un altro cavallo di battaglia della pasionaria di Sinistra e Libertà è la creazione di “un osservatorio sulla mercificazione del corpo delle donne nei media”, uno strumento utilissimo per monitorare un fenomeno che, a conti fatti, sta alla base della disparità tra i generi fondata su stereotipi, il primo seme della violenza. Un piccolo passo positivo fatto in questa direzione riguarda il Comune di Catania, che ha accolto una proposta avanzata diversi mesi fa dalle associazioni femministe: l’istituzione di un comitato di vigilanza sulla pubblicità sessista.

La giunta comunale, infatti, ha approvato una delibera sull’argomento. Il comitato, che verrà istituito dall’assessore alle Pari Opportunità, Valentina Scialfa, potrà recepire le segnalazioni sui casi di pubblicità cartellonistica offensiva e oscurare i manifesti incriminati. Un’iniziativa salutata positivamente dalla professoressa Priulla, tra le promotrici della richiesta. “Siamo molto contente”, dice. “Al Comune avevamo avanzato varie richieste, cioè la formazione degli insegnanti, la casa delle donne, la casa rifugio e lotta alla pubblicità sessista- aggiunge- quest’ultima richiesta è l’unica che è passata”. Complice il fatto che è a costo zero. La docente, però, mette in guardia da un aspetto: l’attenzione non deve escludere i manifesti abusivi. “ Su questo punto c’è un problema perché non c’è mai stato un controllo reale”.


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