Palermo, non fu femminicidio: cade l'accusa e niente ergastolo

La ferita, la morte in strada: non fu femminicidio, niente ergastolo

La vittima, Anna Alexandra Hrynkiewicz
L'ex convivente assolto dall'omicidio

PALERMO – Era stato presentato come un giallo risolto dopo due anni, un ennesimo caso di femminicidio. Di diverso avviso la Corte di Assise che ha assolto Carlo Di Liberto, 47 anni, dall’accusa di avere ucciso la sua compagna Anna Alexandra Hrynkiewicz, polacca di 45 anni trovata morta il 9 maggio del 2019 per strada in via Settembrini a Palermo.

L’imputato è stato invece condannato a 4 anni e mezzo per l’incendio di alcune autovetture, violazione dei sigilli e minaccia aggravata. Il corpo senza vita della donna era riverso sul marciapiede, nei pressi dell’ingresso dell’abitazione dove conviveva con il compagno. Aveva una profonda ferita alla testa inferta, secondo l’accusa, con un oggetto contundente. I vicini di casa raccontarono del carattere irascibile di Di Liberto, sfociate in querele reciproche.

Di Liberto avrebbe danneggiato con le fiamme le loro autovetture parcheggiate sotto casa, tra l’agosto ed il settembre del 2018. Li riteneva responsabili dei controlli amministrativi da parte dalla polizia municipale che avevano portato alla chiusura della sua autorimessa abusiva.

La perizia del medico legale aveva accertato che la causa del decesso era stata la profonda ferita alla testa. Ed invece la difesa, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Brancato, ha fatto eseguire una nuova consulenza da cui era emersa la compatibilità delle lesioni con una caduta. La Corte presieduta da Sergio Gulotta ha chiesto il parere di un altro esperto che ha confermato l’ipotesi difensiva. Da qui l’assoluzione, nonostante la Procura avesse chiesto l’ergastolo.


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