PALERMO – Un comitato elettorale, 36 centri cittadini già aperti e dieci quasi pronti, undici tavoli tematici, 43 mila persone coinvolte fino a oggi nel progetto Palermocrazia, 100 euro per un aperitivo di finanziamento della campagna, 10 mila euro il prezzo della collaborazione con la società bolognese Team Town Meeting, 110 candidati per il consiglio comunale. E un candidato per la carica di primo cittadino di Palermo.
Sono tutti i numeri della campagna elettorale di Fabrizio Ferrandelli, ex parlamentare regionale del Partito democratico e attualmente il solo in corsa per le prossime elezioni amministrative del capoluogo siciliano. Ma “zero padrini e zero padroni”, si affretta a precisare Ferrandelli. Un messaggio che torna spesso nelle sue dichiarazioni, anche perché nel ritardo con cui si stanno muovendo tutte le forze politiche, da destra a sinistra, e non politiche, come il Movimento 5 stelle, sono tanti quelli a cui fa gola il lavoro svolto finora sul territorio da Ferrandelli e la sua squadra. Perché il progetto politico di Ferrandelli parte da “lontano”, dalle borgate, dalle periferie, dai quartieri.
“Non ho bisogno di alleanze politiche, non conto sui giochi dei partiti, l’unica alleanza che conta è quella con i cittadini – spiega -. I partiti che non si affrettano a capire questa lezione che il referendum del 4 dicembre ci ha lasciato si ridurranno come generali senza esercito. Fanno la voce grossa, ma nessuno li ascolta più e, soprattutto, nessuno gli crede più. E le urne poi lo dimostrano senza scampo”. Discorso chiuso, quindi: Fabrizio Ferrandelli corre da solo. “O meglio – puntualizza – chiunque sia in sintonia con il nostro programma, costruito attraverso il rapporto diretto con i cittadini, e voglia dare la precedenza al progetto piuttosto che all’appartenenza a un simbolo sarà ben accetto”. Ma è improbabile che partiti come Forza Italia o il Partito democratico si presentino alle elezioni senza i propri simboli. Poi lancia un invito ai grillini delusi dopo lo scandalo firme false: “Avete lavorato per questa città, potete ancora farlo con noi”.
All in del candidato sulle periferie. Oltre al comitato elettorale in piazza Sturzo, recentemente inaugurato, in città i centri cittadini del progetto Palermocrazia a sostegno della candidatura a sindaco dell’ex deputato regionale del Pd si moltiplicano. Dalla prima all’ottava circoscrizione sono già 36 e stanno per esserne attivati altri 10. Nascono per iniziativa spontanea dei cittadini e anche nei luoghi più improbabili per una campagna elettorale: allo Zen 2, per esempio, un nodo si trova nel negozio di Ferramenta e colori di Danilo Frisco, in via Agesia di Siracusa. A Tommaso Natale nel Caf di Pietro Pellerito. Ma ce n’è anche in studi medici, agenzie immobiliari, ristoranti e librerie. In ognuno di questi punti di incontro – “fisici e non virtuali”, precisa Ferrandelli – i cittadini dei vari quartieri hanno potuto portare le proprie lamentele e le proprie proposte, che sono state raccolte in scatoloni simili a urne, in fogli di carta e scritte a penna, e diventeranno poi gli spunti per la costruzione del programma di governo per Palermo per i prossimi anni, con particolare attenzione alle esigenze quotidiane dei palermitani che abitano fuori dal centro, che sono poi la maggioranza.
“C’è una cosa che si è manifestata con lampante evidenza – racconta il candidato – i cittadini delle periferie vivono i loro quartieri come fossero paesi a se stanti. Un dato che pare sfuggire all’amministrazione comunale di oggi. Da lì, il centro della città appare lontanissimo e un sindaco è considerato vicino non se il centralissimo autobus 101 passa ogni quattro minuti, ma se la linea periferica funziona regolarmente ed è affidabile per arrivare a lavoro per esempio”. Discorso differente per le esigenze delle vie del centro e del centro storico: “Le richieste sono diverse, meno spesso riguardano la mobilità, ma piuttosto la vivibilità e la sicurezza, soprattutto nelle ore notturne”. Sono decine e decine i temi che sono stati inseriti nel rapporto che raccoglie le istanze dei cittadini raccolte fino a oggi: sicurezza e mobilità in primis, ma anche decoro urbano, pulizia delle strade, politiche abitative, aggregazione sociale, mappatura dei luoghi, sostegno alle imprese, valorizzazione culturale.
“Sono state le persone che ho incontrato in queste settimane che mi hanno fatto notare che i problemi di Palermo di cui discutiamo sono sempre gli stessi da 30 anni – conclude Fabrizio Ferrandelli – ma se guardiamo bene sono le stesse anche le persone che ci hanno governato in questi 30 anni. È ora di cambiare tutto”.