Finanziaria bis, salta tutto | L’Ars “chiude” per un mese - Live Sicilia

Finanziaria bis, salta tutto | L’Ars “chiude” per un mese

Le elezioni dettano l’agenda politica.

Palazzo dei Normanni
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PALERMO – Alla fine è saltato tutto. L’Ars ha deciso oggi di chiudere i battenti per quasi un mese. I deputati si rivedranno il 14 giugno. Solo dopo l’esito dei primi turni delle elezioni amministrative. E il voto per la scelta di sindaci e consigli comunali, quasi certamente, ha giocato un ruolo fondamentale nel nuovo stop di Sala d’Ercole. Dove oggi si è semplicemente preso atto del fatto che la Commissione bilancio non aveva potuto o voluto approvare il testo che prevedeva la fusione tra Consorzio autostrade e Anas. Una norma alla quale i parlamentari avevano deciso di assicurare una corsia preferenziale. Ma nemmeno quella è stata sufficiente.

E così, tutto si arena ancora una volta. E Palazzo dei Normanni chiuderà per quasi un mese, come detto. Dopo aver trascorso questi 18 giorni di maggio, successivi all’approvazione della legge di stabilità, in un limbo. In una “melina” continua, condizionata dalla necessità di alcuni deputati di piazzare, nel cosiddetto “collegato” alcune norme utili nell’ottica di un ritorno, nei prossimi mesi, nei propri collegi elettorali a caccia di una rielezione. Ma l’andamento lento è servito anche per evitare che qualcuno potesse in qualche modo sfruttare la “Finanziaria-bis” proprio nei giorni caldissimi delle elezioni amministrative.

Tutto rinviato, quindi. E i nodi restano tutti lì, strettissimi e forse ormai ineludibili. A cominciare proprio dal progetto di fusione tra Cas e Anas. Già ieri il presidente della commissione bilancio Vincenzo Vinciullo aveva protestato: “E’ stato proposto lo stesso testo che avevamo già bocciato. E la norma non ha nemmeno una copertura finanziaria”. Oggi, quindi, il nuovo stop. “Sulla fusione tra Cas ed Anas – ha commentato il portavoce di Sicilia Futura, Michele Cimino – il governo regionale chieda un confronto con il governo Gentiloni che non si limiti solo a tale progetto ma affronti anche il tema del passaggio della riscossione delle tasse dalla Sicilia allo Stato. Il governo non può con un mano togliere le risorse che il Cas incassa sui pedaggi nelle autostrade siciliane, e con l’altra non riconoscere le prerogative dei dipendenti di Riscossione Sicilia Spa nell’eventuale passaggio di funzioni ad Equitalia e all’Agenzia delle Entrate”.

E in effetti un altro dei temi che rimane in sospeso è proprio quello relativo alla liquidazione di Riscossione Sicilia, prevista in uno degli 89 articoli della “Finanziaria-bis”. Uno scioglimento che si allontana sempre di più non solo nel tempo, ma anche, a quanto pare, nelle intenzioni dei deputati. Che oggi appaiono più titubanti, a differenza di qualche settimana fa quando erano ancora caldissime le polemiche con l’amministratore unico Antonio Fiumefreddo. Liti che avranno presto una appendice giudiziaria, dopo la visita ieri all’Ars dei carabinieri che hanno prelevato i documenti relativi a una drammatica audizione in commissione bilancio dell’8 marzo scorso.

Ma vengono rinviate all’estate tante altre questioni assai delicate. A cominciare dalla discussa riforma della dirigenza regionale, passando per i provvedimenti relativi alle società partecipate e per quello che prevede la soppressione dell’Aran Sicilia. Si bloccano, poi, le norme e i relativi emendamenti che avrebbero potuto aprire le porte, in piena campagna elettorale, a centinaia di nuove assunzioni alla Regione, tra precari, Pip, giornalisti e dipendenti delle ex Province. E ancora, tutto rinviato per le norme che prevedono finanziamenti per i Consorzi universitari e il riordino degli Ersu (gli enti regionali per il diritto allo studio) che si tradurrà nella riduzione a un unico ente in Sicilia. Si blocca anche la norma che “obbligherebbe” gli enti di Formazione siciliana, in caso di nuove assunzioni, ad attingere dall’albo regionale degli addetti ai lavori. E insieme a quelle, ecco fermarsi le norme che avrebbero finito per creare nuovi costi e nuove spese. Come l’abolizione del tetto per gli amministratori delle partecipate. Se ne parlerà in estate, quando le elezioni amministrative saranno ormai alle spalle. Ma quando la Sicilia si troverà, quasi senza accorgersene, già immersa in una nuova campagna elettorale: quella per le elezioni regionali.


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