Sicilia, pontieri tra governo e opposizioni all'Ars per la Finanziaria

Finanziaria, pontieri all’opera tra il governo e le opposizioni all’Ars

Spunta l'ipotesi di un via libera nei primi giorni di gennaio

PALERMO – Il tentativo verrà ripetuto questa mattina: nuova conferenza dei capigruppo per tentare l’ennesima mediazione tra governo e forze d’opposizione. Da un lato l’intransigenza dell’assessore all’Economia, Marco Falcone, rispetto alla data limite del 31 dicembre per l’approvazione della Finanziaria, dall’altro l’intenzione ferma di Pd, M5s e Sud chiama nord di non concedere “la medaglietta” al governo regionale.

Finanziaria, il ruolo di Galvagno

Le opposizioni si presenteranno all’incontro sul terreno di gioco neutro voluto dal presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno. L’inquilino di Torre Pisana fino a ieri ha lavorato per riavvicinare le parti e a chi lo ha avvicinato al termine della Messa nella Cappella Palatina ha confidato tutto il suo impegno per una soluzione che possa “considerare i punti di vista di tutti” gli attori in campo “nel raggiungimento del bene comune”. All’Ars ci sarà anche il presidente della Regione, Renato Schifani, evocato più volte nell’ultima seduta, che potrebbe scendere in campo in prima persona nella trattativa. Dopo la capigruppo si tornerà in aula per le votazioni sul bilancio e, forse, per l’avvio dei lavori sulla Finanziaria

La possibile via d’uscita

Il muro contro muro della discussione generale sul bilancio ha lasciato le parti distanti e al momento la tabella di marcia prevede un tour de force da qui al giorno di San Silvestro, con sedute previste anche per il 23 e il 26 dicembre. Oggi si cercherà una soluzione: secondo ‘Radio Ars’ la strada potrebbe passare per una approvazione entro i primi dieci giorni di gennaio. La seduta d’aula resterebbe formalmente aperta e l’ok arriverebbe prima del 15 gennaio, data ultima per scongiurare l’esercizio provvisorio. Il governo potrebbe brindare all’approvazione nei tempi di legge per la prima volta dopo diversi lustri, le opposizioni otterrebbero la possibilità di incidere maggiormente sulla Finanziaria. Una soluzione che salverebbe la ‘capra’ del governo e i ‘cavoli’ delle opposizioni.

Le sfumature nella maggioranza

Decisivo, in questa chiave, potrebbe essere l’atteggiamento di alcune anime della maggioranza. Il centrodestra è stato quasi totalmente silente nella discussione generale, con un paio di eccezioni: il capogruppo della Dc Carmelo Pace e la deputata di Fratelli d’Italia Giusy Savarino. Pace, riprendendo un appello lanciato alcuni giorni fa, ha auspicato “buonsenso” da parte di tutti i coinvolti per raggiungere un risultato “che non sarà la vittoria del governo, della maggioranza o delle opposizioni – ha rimarcato – ma dei siciliani”. E a Falcone il capogruppo della Dc ha lanciato un messaggio chiaro invitandolo indirettamente a rinunciare all’approvazione senza se e senza ma entro il 31 dicembre: “L’obiettivo deve essere l’approvazione della manovra evitando l’esercizio provvisorio”, le parole dell’ex sindaco di Ribera che rientra tra i deputati che chiedono meno intransigenza al governo.

Savarino: “Qui per migliorare la Finanziaria”

Qualche distinguo anche da parte di Savarino che, dopo avere dato atto a Falcone di avere “mantenuto alcuni impegni” e al governo di “avere riorganizzato il sistema della forestazione”, non ha rinunciato a puntualizzare che anche la maggioranza “è presente per migliorare la Finanziaria”. A Savarino non è andato giù neanche il taglio dei fondi per Lampedusa, avvenuto in commissione Bilancio: un prologo, questo, alla critica aperta rivolta all’assessore alla Funzione pubblica, il cuffariano Andrea Messina. “Non accetto invasioni di campo – ha evidenziato la parlamentare agrigentina -. Non è concepibile, né accettabile, che un assessore con quella delega si occupi anche di tradizioni popolari e di cultura”. Il riferimento è al fondo per i progetti dei Comuni finito nelle mani di Messina, un altro elemento di instabilità nella maggioranza che ora potrebbe non imbracciare il vessillo dell’oltranzismo per provare a costruire un ponte verso le opposizioni.


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