Finocchiaro e i "pizzini" incriminati |La difesa: "Nuova perizia grafica" - Live Sicilia

Finocchiaro e i “pizzini” incriminati |La difesa: “Nuova perizia grafica”

Alla luce di quanto emerso dalla perizia del consulente della Procura sull'ipotesi dello "scribano" del boss, gli avvocati hanno presentato istanza per una nuova comparazione calligrafica. Il Tribunale si è riservato di decidere.

Il processo
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CATANIA –Orazio Finocchiaro ha chiesto al presidente Rosario Grasso del Tribunale di Catania di parlare. E’ stato questo il fuori programma dell’udienza di ieri del processo, che vede il boss dei Cappello, accusato di associazione mafiosa e di essere anche il presunto mandante di un attentato al pm della Dda di Catania, Pasquale Pacifico. I giudici hanno accolto la richiesta e l’imputato, in videoconferenza, ha parlato: “Chiedo di partecipare al processo direttamente in aula per potermi difendere al meglio dalle accuse che mi sono mosse e poi voglio chiarire – ha aggiunto – che già in udienza preliminare avevo fatto i nomi di chi aveva scritto le mie domandine del carcere, perchè io non ne sono capace”. Finocchiaro fa i due nomi: Paolo Leone e Piero Giovanni Salvo. Due nomi che potrebbero portare a nuove perizie calligrafiche sui pizzini dove era inserito l’ordine di “crivellare” di colpi il magistrato napoletano.

L’imputato ha deciso di parlare dopo quello che è emerso dall’esame del consulente della procura Salvatore Giuliano. Il perito ha avanzato l’ipotesi che Finocchiaro avrebbe uno “scribano” delegato a scrivere le sue missive e, dunque, anche i messaggi “incriminati”. Un terzo soggetto, al momento ignoto, che secondo l’avvocato Giuliano “sarebbe la mano – così come ribadito ieri nel controesame della difesa – che avrebbe scritto i pizzini con l’ordine di ammazzare il pm della Dda etnea”. Posizione contrapposta con quella di Valentina Mavica, consulente della difesa, rappresentata in aula dahli avvocati Francesco Strano Tagliareni e Salvatore Marletta, che ha dichiarato nel corso dell’esame: “Questo terzo soggetto ha un livello grafico più basso rispetto a Giacomo Cosenza (collaboratore di giustizia), che invece possiede le capacità per dissimulare la propria calligrafia”. Per il perito della difesa, infatti, la grafia “sarebbe compatibile con il saggio grafico del collaboratore di giustizia” (il collegio peritale nominato dal tribunale aveva parlato, invece, solo di probabilità) e non solo per alcune “espressioni gergali – precisa Mavica – ma per altri elementi grafologici come inchiostramenti, inclinazione del foglio, gestione dello spazio, post scriptum”.

Al termine dell’udienza, viste le dichiarazioni spontanee dell’imputato, la difesa ha chiesto al Tribunale di accogliere l’istanza dell’imputato di poter partecipare di personea alle udienze, “magari – ha detto l’avvocato Strano Tagliareni – si potrebbe optare per far svolgere il processo a Bicocca”. Il pm si è opposto e il giudice ha deciso per motivi di sicurezza di continuare il processo attraverso il sistema della video conferenza.

La difesa ha anche chiesto di poter prevedere una nuova perizia calligrafica di comparazione tra il saggio grafico delle due persone nominate dal Finocchiaro e i pizzini incriminati. Il pm non si è opposto ma ha chiesto di allargare l’esame non solo ai pizzini ma anche al materiale di comparazione, cioè a quella domandine del detenuto che sarebbero state scritte – secondo il consulente Giuliano – dallo “scribano”. Su questo punto il Tribunale si è riservato di decidere. Nel corso della prossima udienza, fissata per il 14 luglio, sarà nominato il perito per la trascrizione di alcune intercettazioni di Giacomo Cosenza.


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